9 maggio 2024
Aggiornato 02:00
La crisi economica

Napolitano: Paese unito per la crescita

Il Capo dello Stato: Serve coesione, siano coinvolte tutte le aree del Paese. Brunetta: Spread peggio del pre-vertice UE, nuova tempesta in arrivo?

ROMA - Per tornare a fare crescere l'economia serve «una forte coesione» che «coinvolga in modo equilibrato tutte le aree territoriali», dal Nord al Sud del Paese. E' quanto afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in un messaggio inviato, in occasione della celebrazione, promossa da Unioncamere, del 150° anniversario della prima legge sulle Camere di commercio dello Stato Italiano. Nel suo messaggio al presidente Ferruccio Dardanello Napolitano sottolinea che la manifestazione «si pone in ideale collegamento con il percorso attraverso il quale le Camere di commercio hanno accompagnato e sostenuto l'intenso sviluppo sociale, politico ed economico del nostro Paese svolgendo un ruolo essenziale per la integrazione delle economie locali nel più vasto mercato nazionale».
«In questo lungo periodo la progressiva assunzione di ulteriori funzioni e compiti ha contribuito ad accrescere il profilo istituzionale del sistema camerale, ed Unioncamere - ha proseguito il Capo dello Stato - è divenuta un sicuro punto di riferimento per l'insieme delle Camere di commercio e per gli interventi a favore delle imprese dell'intero Paese. Un ruolo che assume particolare rilievo nella attuale difficile situazione economica, nella quale si avverte l'esigenza di una forte coesione per un rilancio della crescita e dell'occupazione che coinvolga in modo equilibrato tutte le aree territoriali».

Brunetta: Spread peggio del pre-vertice UE, nuova tempesta in arrivo? - «Profondo rosso delle borse anche oggi e grave aumento degli spread: chiusura a 470 punti. Livello che non si vedeva dal 17 gennaio (471), più alto anche rispetto al 27 giugno (464), vigilia del Consiglio europeo che avrebbe dovuto segnare il cambio di passo nella crisi dell'euro». E' quanto ha dichiarato Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl.
«Così non è stato e l'andamento dei mercati dimostra che l'effetto delle decisioni del vertice di Bruxelles del 28-29 giugno è stato assorbito in una settimana. Anzi, si può dire che l'effetto non c'è proprio stato, perché il calo degli spread e le chiusure positive delle borse i primi giorni di luglio sono stati determinati più da motivi tecnici (legati agli abbellimenti di fine semestre e al tradizionale rialzo che accompagna l'inizio di ogni trimestre) che da reazioni positive dei mercati alle conclusioni dei capi di Stato e di governo. La dura realtà è ormai evidente a tutti: non c'è stata nessuna svolta in Europa. Dio ci scampi dal fatto che all'Eurogruppo di lunedì si litighi o si prendano decisioni ancora più confuse di quelle di una settimana fa. Se a tutto ciò aggiungiamo le previsioni negative di crescita del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, e del direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, riferite non solo all'Europa, ma anche agli Stati Uniti e ai Paesi emergenti, abbiamo rimesso insieme tutti gli elementi per una nuova tempesta perfetta», ha aggiunto.