28 agosto 2025
Aggiornato 08:00
Il Presidente del Consiglio: «Obiettivo comune»

Monti: Italia e Svizzera contro l'evasione fiscale

Il Premier italiano vede il Presidente della Confederazione elverica, Eveline Widmer-Schlumpf: C'è volontà di entrambi di chiudere il negoziato presto e bene. Donadi (IdV): Accordo Italia-Svizzera su capitali è strategico

ROMA - Italia e Svizzera hanno il «comune obiettivo» di contrastare l'evasione fiscale, e l'incontro di oggi tra il premier Mario Monti e il Presidente della Confederazione elvetica, Eveline Widmer-Schlumpf, ha avuto «un buon andamento», tanto che il presidente del Consiglio si dice «sicuro» che la visita di oggi «porterà frutti concreti in termini di buono sviluppo dei rapporti bilaterali sulle questioni della fiscalità».

Monti: Chiudere il negoziato presto e bene - Nella conferenza stampa al termine dell'incontro, Monti ha spiegato che «nel tentativo comune di contrastare l'evasione fiscale, una priorità di questo governo, sono molto soddisfatto di poter annunciare il buon andamento dell'incontro del gruppo bilaterale in vista dell'identificazione di soluzioni operative pienamente compatibili con la disciplina comunitaria». Nel colloquio di oggi «ci siamo soffermati sui temi relativi alla doppia imposizione e allo scambio di informazioni. Il gruppo bilaterale si riunirà di nuovo a breve, riferendo direttamente ai presidenti». Monti ha poi ricordato che «l'avvio dei contatti» sul tema fiscale «è stato reso possibile dalla contestuale soluzione di una questione che pendeva e creava disagi, cioè il blocco dei ristorni delle imposte pagate dai lavoratori frontalieri: blocco che è stato superato».
Ad una domanda specifica se ritenesse possibile la conclusione positiva del negoziato entro il 2012, Monti non si è però sbilanciato: «Il negoziato è complesso, include tematiche particolari, mi è difficile formulare una previsione precisa sulla data di conclusione del negoziato. Ma la cosa importante è la volontà di condurre il negoziato bene e presto, e credo che questa volontà accomuni i nostri due governi».

Contro l'evasione dobbiamo cambiare la cultura del paese - Nonostante l'impegno del governo attuale, e anche di quello precedente, per battere davvero l'evasione fiscale bisogna «cambiare la cultura del Paese», anche se «l'opinione pubblica a volte è un po' turbata» dallo sforzo nel contrasto all'evasione.
«Ogni Paese è impegnato nella lotta all'evasione fiscale: l'Italia ha raddoppiato il suo impegno in questi ultimi tempi - ha sottolineato Monti - già con il governo degli ultimi anni e poi con questo governo abbiamo aumentato e approfondito questo impegno, che non è solo un impegno ma anche un'azione molto concreta». Il premier ha poi riconosciuto che «l'opinione pubblica italiana a volte è un po' turbata dall'intensità di questo sforzo, ma questo sforzo deve essere rigoroso e scrupoloso, e sempre nel quadro delle regole esistenti. E' uno sforzo - aggiunge - che deve cambiare una cultura del Paese, e non è solo l'Italia che ha questo problema».

Donadi (IdV): Accordo Italia-Svizzera su capitali è strategico - «L'accordo con la Svizzera è un'esigenza strategica per l'Italia. C'è un tesoretto nascosto illegalmente che attende solo di essere prelevato. Nessuno ne parla, ma tutti sanno che ammonta a circa 100 miliardi di euro il capitale illegalmente esportato dagli italiani Svizzera. Su questa enorme quantità di denaro si potrebbe intervenire, se solo si volesse». Lo ha affermato il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
«L'Italia dei Valori - ha proseguito il capogruppo Idv - è favorevole ad un accordo simile a quello già stipulato da Germania, Austria e Gran Bretagna, che prevede una tassazione retroattiva con aliquote tra il 22 ed il 37 per cento dei capitali esportati illegalmente. Sarebbe la Svizzera a riscuoterli per versarli poi allo Stato Italiano. In un anno potrebbero entrare circa 5 miliardi di euro che basterebbero a gestire, per esempio, l'intero problema degli esodati. L'unico ente contrario è l'Abi, l'associazione delle banche. Forse è per questo che ancora non c'è un accordo italo-svizzero».