Corruzione, scende a un anno incompatibilità «trombati» in P.A.
Intesa raggiunta in Commissione, ok anche dal PD. IdV: Stop a incompatibilità candidati vera indecenza. Giampaolino: Credo poco nell'aumento delle pene. Cicchitto: Pdl non cederà su alcun fronte a deriva giustizialista PD
ROMA - Cambiamenti in vista nel ddl anticorruzione: secondo quanto si apprende da fonti parlamentari sarà ridotto da tre anni a un anno il periodo di incompatibilità per i politici provenienti da cariche elettive destinati a incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni. L'intesa sulle modifiche sarebbe stata concordata nel corso degli incontri avuti tra ieri e oggi dal ministro della P.A. Filippo Patroni Griffi con i componenti della maggioranza ed è stata perfezionata stamattina nel corso del comitato ristretto congiunto delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Sparisce l'incompatibilità per chi è stato solo candidato a cariche elettive.
Rinviato a domani esame in aula, tensione alla Camera - E' stato rinviato a domani il seguito delle votazioni in aula alla Camera sul ddl anticorruzione, al termine di una giornata molto tesa iniziata di buon mattino con la partecipazione dei ministri Severino e Patroni Griffi alle riunioni del comitato ristretto e culminate con una vibrante polemica in aula fra gruppi parlamentari e ministro Guardasigilli dopo che Severino si è rifiutata di dare i pareri sull'articolo 13 relativo alle sanzioni penali. Rifiuto che aveva in precedenza indotto la Lega ad abbandonare per protesta i lavori della commissione.
Nel corso delle votazioni pomeridiane in aula è stato approvato, fra l'altro, l'articolo 5 che stabilisce le garanzie a tutela del dipendente pubblico che denuncia condotte illecite.
Il lavoro in aula riprenderà domani, dopo il question time con il Governo previsto alle 15. Ma prima del ritorno in aula tornerà a riunirsi il comitato ristretto.
IdV: Stop a incompatibilità candidati vera indecenza - «La norma concordata dal ministro Patroni Griffi con i componenti della maggioranza è una vera e propria indecenza». Lo hanno affermato in una nota congiunta sul ddl anticorruzione, il capogruppo Idv in commissione Giustizia alla Camera, Federico Palomba ed il capogruppo Idv in commissione Affari Costituzionali, David Favia.
«Siamo di fronte ai ben noti tentativi di favorire la cricca - si legge nella nota - cui Italia dei Valori si è sempre opposta e continuerà a farlo. Noi pretendiamo incompatibilità certa tra incarichi elettivi ed altre funzioni. La presa in giro dello stop di un anno, al pari, o forse più dell'apertura ai candidati non eletti, è inconcepibile ed offensiva nei confronti di chi, come la maggior parte dei cittadini, chiede alla classe politica di scendere dal piedistallo».
Giampaolino: Credo poco nell'aumento delle pene - «Personalmente credo poco ad aumenti delle pene». Ad affermarlo il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, interpellato a Montecitorio in merito al ddl anticorruzione all'esame della Camera.
«E' giusto - ha detto Giampaolino - che questo ddl preveda dei piani anticorruzione ed è questa la strada da seguire: individuando aree e rimedi organizzativi perché personalmente credo poco ad aumenti delle pene».
Cicchitto: Pdl non cederà su alcun fronte a deriva giustizialista PD - «E' evidente che di fronte ad una carente capacità di mediazione del Governo manterremo ferme le nostre posizioni di merito, che nessuno può attaccare perché esse sono ispirate alla esigenza di combinare la lotta alla corruzione con un sistema equilibrato e ponderato di pene e con il garantismo al quale non rinunciamo certo di fronte a certa demagogia giustizialista che non ha nulla a che fare con la lotta al crimine». Il Presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto ha denunciato lo scarso profitto finora del lavoro di mediazione del Governo fra le forze della maggioranza in tema di giustizia, ddl anticorruzione compreso.
«E' notorio - ha sottolineato il capogruppo PDL - che sulla questione giustizia come su quella del lavoro le posizioni fra il Pdl e il Pd sono fra le più distanti. Per questo, per senso di responsabilità, abbiamo affidato al Governo il ruolo di svolgere un ruolo di mediazione e per questo, e non per fare chissà quale operazione di dilazione, come hanno affermato qualche demagogo e qualche giornalista che pesca nel torbido, noi abbiamo proposto di dare alla commissione parlamentare e al comitato dei nove qualche ora in più di lavoro. Finora questa capacità di mediazione del Governo è stata molto relativa, specie dopo che di ministri in campo ne sono scesi addirittura due...».
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