5 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Il Governo e la riforma della Giustizia

Giustizia: Severino ottimista su possibile intesa, PD prudente

Dopo un interminabile confronto con la delegazione del PD su corruzione, responsabilità civile dei magistrati e intercettazioni, la Guardasigilli ha ostentato ottimismo: Il 17 aprile nelle commissioni della Camera le proposte sulla corruzione

ROMA - Per il ministro della Giustizia Paola Severino ci sono «ampi spazi per una riforma condivisa». Dopo un breve faccia a faccia con l'Api e un interminabile confronto (oltre quattro ore e mezza) con la delegazione del Pd sui tre temi caldi della corruzione, della responsabilità civile dei magistrati e delle intercettazioni, la guardasigilli ha ostentato ottimismo e ribadito di essere «pronta sin dal 17 aprile» a portare nelle commissioni della Camera le sue proposte sulla corruzione.

CAUTO IL PD - Lasciando via Arenula la delegazione rutelliana (Pino Pisicchio, Franco Bruno) ha sottolineato, in sintonia con quanto detto ieri dai «soci» terzopolisti dell'Udc, che «le tre questioni del «pacchetto giustizia»  vanno affrontate «possibilmente senza separarle in parti distinte». Molto più cauta la voce del Pd: «Sulla corruzione c'è sintonia con le idee del ministro, ma vedremo poi i testi», ha commentato Donatella Ferranti. E per Andrea Orlando «si può procedere con celerità» sulla corruzione ma «sulle altre questioni ci sarà da approfondire».

LA PRESCRIZIONE E LA CORRUZIONE - Il ministro, dicono fonti parlamentari, è pronto a inserire nel ddl anticorruzione le nuove figure di reato richieste all'Italia dalle convenzioni internazionali, come la corruzione tra privati e il traffico di influenze. Quanto alla prescrizione che «uccide» i processi per corruzione, la posizione del Ministro è chiara: «Non si può toccare la legge ex Cirielli solo per i reati contro la pubblica amministrazione». L'intervento della Severino dovrebbe quindi incidere sulle sanzioni per corrotti e corruttori: più alte le pene, più lontana la prescrizione.

RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI - Il lungo colloquio con i «tecnici» del Pd è servito per approfondire il tema della responsabilità civile diretta dei magistrati. Il Pd ha insistito sullo stralcio, proponendo di lasciare nella legge comunitaria solo l'adeguamento alle sentenze della Corte europea, con il riconoscimento della responsabilità dello Stato per la violazione del diritto comunitario, e di rinviare gli aspetti che riguardano le toghe a un successivo provvedimento. Ma il ministro ha fatto presente che questa procedura non avrebbe l'ok delle altre forze di maggioranza. Lunga anche la disamina sulle intercettazioni: il ministro punta sul cosiddetto «testo Bongiorno», che con l'udienza filtro sugli ascolti rilevanti metterebbe fine all'abuso dei verbali sui giornali. Ma il Pd ha fatto presente che il ddl, fermo da tempo alla Camera, è in terza lettura, e c'è una «doppia conforme», cioè una doppia approvazione non più modificabile, su parti di testo indigeribili per i democratici.

IL DUELLO PD-PDL CONTINUA - Il duello Pd-Pdl andrà avanti a distanza con gli incontri bilaterali in programma al ministero la prossima settimana, stavolta testi alla mano. Per il Pd si tratta di tre provvedimenti distinti, non collegati, e se il Pdl forzasse la mano sulla responsabilità civile per ammorbidire «sulla corruzione ci possono essere altre maggioranze», dicono al Nazareno. Ma al Pd sanno bene che è improbabile una forzatura del Governo contro il parere del Pdl su un tema cruciale come la Giustizia.