31 marzo 2023
Aggiornato 09:00
Il viaggio del Pontefice in America Centrale

Bagno di folla per il Papa in Messico

Ma Benedetto XVI denuncia una «tentazione di una Fede superficiale e abitudinaria». Il Presidente messicano su Twitter: Ha seminato pace nel paese. Stasera l'arrivo a Cuba 14 anni dopo Wojtyla, lo accoglie Raul Castro

L'AVANA - Un appello contro l'odio e la violenza è stato pronunciato ieri dal Papa nel suo terzo ed ultimo giorno in Messico, un paese segnato da migliaia di uccisioni legate negli ultimi anni al narcotraffico. In una messa mattutina con oltre 350mila persone Benedetto XVI ha però esortato i cattolici messicani a non cadere nella «tentazione di una fede superficiale e abitudinaria», e, nei vespri serali con i vescovi latino-americani, ha chiesto di evitare «divisioni sterili, critiche e diffidenze nocive».

L'Angelus di mezzogiorno - «In questi momenti in cui tante famiglie si ritrovano divise e costrette all'emigrazione, molte soffrono a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità, rivolgiamoci a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza», ha detto il Papa durante l'Angelus di mezzogiorno. Prima di arrivare al Parque del Bicentenario, a quaranta chilometri dalla cittadina di Leon dove ha risieduto, il Papa ha sorvolato con l'elicottero il santuario del Cristo Rey, costruito sulla cima del Cerro del Cubilete, centro geografico del territorio messicano. In «tempi di prova e dolore», ha detto Ratzinger, la Madonna è stata «invocata da tanti martiri che, al grido Viva Cristo Re e Maria di Guadalupe, hanno dato una perenne testimonianza di fedeltà al Vangelo e di dedizione alla Chiesa. Supplico ora che la sua presenza in questa cara nazione continui a richiamare al rispetto, alla difesa e alla promozione della vita umana e al consolidamento della fraternità, evitando l'inutile vendetta ed allontanando l'odio che divide».
Il giorno precedente il Papa aveva incontrato un gruppo di famigliari di vittime del narcotraffico. Sebbene il Vaticano abbia sottolineato il carattere pastorale della visita, il presidente messicano, il conservatore Felipe Calderon, che in primavera affronterà le elezioni, ha seguito da vicino Benedetto XVI. Il quale, peraltro, non ha incontrato altri candidati alle presidenziali.

Il Presidente messicano su Twitter: Ha seminato pace nel paese - En nombre del pueblo y del gobierno de México.... Su Twitter il presidente del Messico Felipe Calderon commenta la citia appena compiuta dal Papa nel suo paese: «A nome del popolo e al governo del Messico, ringrazio per la visita del Papa, che, senza dubbio, ha seminato un seme di pace».
«La presenza di Papa Benedetto XVI - è un altro tweet in spagnolo di @FelipeCalderon - ha portato incoraggiamento a chi ne ha più bisogno in questi tempi così importanti per il paese». Il presidente, leader del partito conservatore, affronterà in primavera le elezioni.

Stasera l'arrivo a Cuba 14 anni dopo Wojtyla, lo accoglie Raul Castro - Benedetto XVI arriva stasera a Cuba 14 anni dopo la storica visita di Giovanni Paolo II che nel 1989 contribuì a inaugurare una fase di collaborazione e fiducia nei rapporti tra Stato e Chiesa nell'isola, in particolare sul ruolo pubblico della religione nella società. Nel 400esimo anniversario della scoperta dell'immagine della Vergine della Carità, il Papa visita Cuba come «pellegrino della carità» per affidare la libertà e la riconciliazione del popolo cubano alla protezione della patrona dell'isola, al termine di un pellegrinaggio che ha portato l'immagine della Madonna in tutti i paesi delle diocesi cubane.
Benedetto XVI lascia il Messico alle nove ora locale (le 17 in Italia) e giunge a Santiago de Cuba alle 14 (le 21 italiane). Ad accoglierlo all'aeroporto sarà il presidente Raul Castro.

Padre Lombardi: La Chiesa a Cuba si trova in una situazione di rinascita - La Chiesa in Cuba «si trova in una situazione di rinascita se vogliamo, di nuovo sviluppo e nuovo contributo positivo a una società che anche si sente in una fase di transizione e che guarda al futuro nonostante le difficoltà che vive». Lo ha sottolineato Federico Lombardi, portavoce vaticano.
Il gesuita ha ricordato, a Radio vaticana, l'esperienza passata della Chiesa di Cuba, «le difficoltà che vi ha passato anche quando il regime l'ha privata di tante delle sue attività in decenni passati».
Quanto al Messico, prima tappa del viaggio latino-americano di Ratzinger, «abbiamo avuto - un pò come ci immaginavamo, perché ricordavamo bene i viaggi precedenti di Giovanni Paolo II - le centinaia di migliaia di persone lungo le strade, milioni di persone mettendo tutti insieme i momenti di questa visita. Pensiamo alla moltitudine della Messa; una Messa estremamente festosa, bella, in un ambiente assolutamente meraviglioso. Una celebrazione, quindi, di una gioiosità e di una serenità e di una intensità di preghiera difficilmente prevedibile, e direi veramente, veramente e straordinariamente bella; un momento di grande grazia».

Radicali: Un incontro con i dissidenti sarebbe incoraggiante - «La visita di oggi a Cuba di Papa Ratzinger rappresenta un'occasione per gettare un po' di luce su una società oppressa da un governo autoritario che spero non sia perduta». Lo ha sottolineato Matteo Mecacci deputato radicale e presidente commissione democrazia e diritti umani dell'Assemblea Parlamentare Osce.
«Le richieste di incontro che sono pervenute al Papa da vasti settori della dissidenza democratica cubana, testimoniano l'attesa che questa visita vada al di là dei rapporti tra lo stato cubano e lo stato Vaticano, ma possa occuparsi anche delle condizioni di vita dei cittadini cubani - ha osservato il Radicale -. Avendo personalmente incontrato nel 2007 a l'Avana le Damas de blanco, mi auguro che il Papa voglia riconoscere a questo gruppo insignito del premio Sakarov, la dignità e l'importanza che meritano».