28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Italia - India | La crisi dei marò

Crisi marò, Monti chiama Singh: «La giurisdizione è italiana»

Pressing diplomatico del Premier, Singh si mostra disponibile. Il Ministro degli Esteri Terzi ribadisce: Fucilieri godono di immunità ONU. Intanto l'UE su richiesta dell'Italia avvia contatti

ROMA - La giurisdizione sui militari italiani per fatti avvenuti in acque internazionali spetta all'Italia, e l'India rischierebbe di creare un pericoloso precedente processando i due marò arrestati, perché metterebbe in questione le missioni internazionali di contrasto alla pirateria. Così, in una telefonata al premier indiano Manmohan Singh, il presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto oggi ai massimi livelli su Nuova Delhi per cercare di recuperare almeno in parte una situazione che negli ultimi giorni è andata sempre più precipitando, con i due marò italiani, accusati da tre settimane di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati, mandati in prigione dal tribunale di Kollam.

La nota di Palazzo Chigi - «Ogni atteggiamento da parte indiana non pienamente in linea con il diritto internazionale - ha detto Monti a Singh secondo una nota di Palazzo Chigi - rischierebbe di creare un pericoloso precedente in materia di missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria, missioni in cui sono impegnati anche militari indiani, mettendone a repentaglio l'efficacia e le capacità operative».
Singh, un economista e tecnocrate laureato a Cambridge e a Oxford, in ottimi rapporti con Romano Prodi ai tempi in cui quest'ultimo era presidente della Commissione europea in cui Monti era commissario alla Concorrenza, secondo il governo italiano avrebbe mostrato disponibilità: il premier indiano avrebbe detto di voler evitare che la vicenda rechi pregiudizio alla collaborazione tra i due Paesi e alle missioni internazionali di contrasto alla pirateria e - secondo quanto scritto da Palazzo Chigi - avrebbe «assicurato che presterà la massima attenzione alle richieste del Presidente Monti, a cominciare da quella sul trasferimento dei due marò dalla prigione ad altro luogo di custodia adeguato allo status dei due militari».

Terzi ribadisce: Fucilieri godono di immunità ONU - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha ribadito oggi che i due fucilieri italiani trattenuti in India godono dell'«immunità riconosciuta ai peacekeeper che operano nell'ambito delle risoluzioni Onu». Terzi ha parlato al termine di un incontro alla Farnesina con il capo della diplomazia etiope Ato Hailemariam Desalegn. «Con il collega etiope abbiamo condiviso l'esigenza di affermare, sul piano internazionale, questo principio di immunità» ha sottolineato il responsabile della diplomazia italiana.
Il titolare della Farnesina ha poi osservato che quello dell'immunità internazionale è «un principio di carattere generale che è ampiamente riconosciuto» ma in alcuni casi, come quello della vicenda dei marò, «merita di essere riaffermato».

UE: Su richiesta dell'Italia avviati contatti - L'Alto rappresentante per la politica estera come dell'Ue, Catherine Ashton, ha avviato un'azione diplomatica a sostegno di quella che sta conducendo l'Italia per arrivare «a una soluzione soddisfacente» nella vicenda dei due marò arrestati in India. Lo ha riferito la portavoce della Ashton, Maja Kocijancic, rispondendo ai cronisti il briefing giornaliero della Commissione europea.
La portavoce ha precisato che l'Italia è capofila in questa operazione, ma ha aggiunto: » Noi abbiamo sempre seguito la situazione in stretto contatto con le autorità italiane. Ora, stiamo intraprendendo un'azione diplomatica per arrivare a una soluzione soddisfacente».
Secondo altre fonti comunitarie, c'è stato effettivamente un salto di qualità , con l'attivazione del nuovo servizio diplomatico Ue, dal momento in cui il rappresentante italiano al Cops (Comitato politico di sicurezza dell'Ue) ha chiesto l'intervento della diplomazia europea ieri sera a Bruxelles.
Secondo le fonti, il premier Monti aveva già parlato della questione con la Ashton durante il Consiglio europeo del primo e due marzo, avvertendola di una possibile successiva richiesta di intervento. «Da stamattina ci stiamo muovendo sia a Delhi che a Bruxelles al più alto livello diplomatico» hanno detto le fonti, secondo cui è in corso anche un'analisi della vicenda, dal punto di vista giurisdizionale da parte dei servizi giuridici comunitari.