19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Convention milanese per i vent'anni di Mani Pulite

Corruzione, Di Pietro: Severino deve studiare? E la Madonna...

Dure critiche al Ministro della Giustizia Severino che ieri ha fatto slittare ulteriormente l'esame del provvedimento anti-corruzione alla Camera. Bindi (Pd): Non è estirpata, ma le responsabilità non sono uguali. Ferranti (Pd): Serve più coraggio, ddl da migliorare

ROMA - «La Severino dice che deve ancora studiare? E la Madonna...». Con queste parole, intervenendo alla convention milanese per i vent'anni di Mani Pulite, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha criticato il ministro della Giustizia Paola Severino che ieri ha fatto slittare ulteriormente l'esame del provvedimento anti-corruzione alla Camera chiedendo più tempo per gli emendamenti e i pareri del governo.

Bindi (Pd): Non è estirpata, ma le responsabilità non sono uguali - A vent'anni da Tangentopoli la corruzione «non è stata estirpata», ma il «modo peggiore» per combatterla è pensare che «tutti siano uguali» e che vi sia una «responsabilità generale». A dirlo è il presidente del Pd Rosy Bindi che da Napoli ha replicato alle parole pronunciate dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro che ha accusato la politica di non aver combattuto, in questi anni, proprio la corruzione. Rosy Bindi, nel capoluogo partenopeo per un'iniziativa delle donne del Partito democratico ha definito «eccessive e ingiuste» le frasi pronunciate dall'ex pm sottolineando come «chi sbaglia ha nomi e cognomi, appartiene a determinate forze politiche e si è comportato in un certo modo».
Per quanto riguarda, invece, il Pd, Rosy Bindi ha aggiunto: «Chi sbaglia fa un passo indietro, paga un prezzo che deve pagare alla comunità, ma non è giusto fare un processo generalizzato perché certamente questo è il modo peggiore per isolare davvero chi sbaglia. Purtroppo - ha proseguito - gli ultimi vent'anni ce ne hanno regalati 17 di Berlusconi, ma non per questo bisogna mettere tutti sullo stesso piano perché - ha proseguito Rosy Bindi - c'è chi ha combattuto questo sistema, lo combatte e continuerà a farlo».
«Purtroppo la corruzione non è stata estirpata, tuttavia non credo - ha sottolineato l'esponente democratico - si possa paragonare la situazione attuale a quella di vent'anni fa. Per molti motivi, però, è chiaro che anche dalla relazione della Corte dei conti l'impegno per partiti, forze politiche e di tutte le istituzioni è mettere al centro il tema della legalità e della correttezza dell'azione amministrativa». Il ruolo della politica secondo Rosy Bindi è «dare le regole giuste e compiere il proprio dovere nell'interesse esclusivo del bene comune dei cittadini».

Ferranti (Pd): Serve più coraggio, ddl da migliorare - «Il provvedimento all'esame del Parlamento deve essere ampiamente migliorato per poter rappresentare una risposta adeguata al monito lanciato dal presidente della Repubblica e dal presidente della Corte dei conti». Lo dichiara in una nota la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti.
«Per com'è attualmente scritto - prosegue - il ddl anticorruzione è debole e non rappresenta quel necessario cambio di passo per adeguare il nostro ordinamento penale alle novità del fenomeno corruttivo. Serve più coraggio e una volontà comune a partire dall'intervento sui tempi di prescrizione per i reati di corruzione fino all'introduzione di nuovi reati penali. L'occasione è buona, auspichiamo che non venga sprecata e che alla ripresa della discussione in commissione si possa operare con un calendario serrato che consenta di portare in aula un testo organico ed efficace nella prevenzione e nella repressione di tutte le forme di corruzione, anche le più subdole».