Lusi al PD: Espulsione fuori dalle regole, presento ricorso
Il Senatore: Mi sono assunto le responsabilità da tesoriere, su tutto e per tutti. Neri: Convocare subito assemblea federale Margherita. Casini presenta pdl: Approvarla prima delle amministrative
ROMA - Si sarebbe aspettato una sospensione, non certo l'espulsione dal Pd, per questo il senatore Luigi Lusi (l'ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto 13 milioni di euro) ha spiegato che farà «ricorso al Tribunale civile perchè la decisione del Partito Democratico di estromettermi da tutto mi è sembrata fuori dalla misura e dalle regole», ha detto in un'intervista a Radio Città Futura.
«Sto vivendo male - ha spiegato Lusi - ma ciò che più mi crea problemi è che ho preso un impegno di non parlare, quindi non posso rispondere a numerose stupidaggini che sento e che leggo, questo mi crea abbastanza problemi». Ha fatto il furbo? «Mi sono assunto le responsabilità del tesoriere, su tutto e per tutti», ha ribadito, negando di essersi arricchito con la politica: «Non mi sembra proprio...».
Per quanto riguarda i finanziamenti ai partiti, Lusi ha ricordato di aver «già detto in un dibattito pubblico in aula che noi dovremo tramutare il nostro sistema con quello europeo, che è apparentemente più burocratico e farraginoso, ma sicuramente molto più certo dal punto di vista della destinazione delle risorse».
Neri: Convocare subito assemblea federale Margherita - «Abbiamo formalmente chiesto al Presidente dell'Assemblea Federale della Margherita, Enzo Bianco, di convocare l'assemblea, immediatamente e non tra alcune settimane, al fine di avviare una prima, ineludibile confronto e di assumere collegialmente le decisioni politiche di specifica competenza». Lo ha detto Luciano Neri, componente dell'assemblea federale dl - la margherita e responsabile consulta italiani nel mondo del Pd.
«Con la magistratura si collabora sempre e a prescindere. Che significa purchè rimangano segreti notizie o dati riguardanti la vita e le insindacabili scelte politiche del partito?. Cosa c'è di segreto in un partito politico finanziato con soldi dei cittadini italiani? - ha chiesto Neri -. La insindacabilità delle scelte politiche non può certo valere rispetto all'Assemblea Federale i cui componenti hanno il diritto di conoscere quali scelte politiche sono state fatte, da chi e quali iniziative politiche sono state finanziate. Hanno il diritto di conoscere, finalmente, un bilancio che oggi sembra essere nella disponibilità di tutti, meno che dei componenti dell'Assemblea Federale, che quel bilancio sono tenuti a votare. Oltre al lavoro della magistratura c'è la responsabilità politica che deve essere assunta da tutti i dirigenti di Dl La Margherita e da tutti i componenti dell'Assemblea Federale. La mancanza di un confronto sulle scelte fatte e su quelle da fare lascia spazio a decisioni assunte da parte di Bianco e Rutelli senza che sia stato loro conferito alcun mandato in questo senso».
Casini presenta pdl: Approvarla prima delle amministrative - La proposta di legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione sui partiti «deve essere approvata prima delle amministrative». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, presentando alla Camera il testo messo a punto dal senatore Gianpiero D'Alia che rende obbligatoria la pubblicazione dello statuto dei partiti, sottopone i loro bilanci al controllo della Corte dei Conti e prevede che tutte le donazioni sopra i 5mila euro siano rese pubbliche.
«Il modo migliore - ha detto Casini in una conferenza stampa a Montecitorio - per garantire ai cittadini di determinare la politica nazionale è fare una legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione che introduca il metodo democratico nella vita dei partiti e renda trasparente il loro bilancio e il loro patrimonio. Una democrazia senza partiti non può esistere. Se i partiti non funzionano perché non sono democratici o trasparenti anche la democrazia non funziona».
«Questo ddl - ha osservato - prevede che se i partiti vogliono accedere ai rimborsi elettorali e ad ogni altra forma di provvidenza politica diretta e indiretta devono munirsi di statuti che recepiscono il metodo democratico». La pdl «attribuisce alla Corte di Cassazione il compito di omologare gli statuti dei partiti che, dopo tale verifica, acquistano anche la personalità giuridica. Dopo l'omologazione lo statuto del partito deve essere depositato presso i due rami del Parlamento e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale».
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