Napolitano all'Europa: Rigore ma anche solidarietà, l'Italia è impegnata
Il Presidente della Repubblica: Ce la possiamo fare ma l'Unione non è solo l'Euro, serve integrazione. Dobbiamo andare oltre il mero coordinamento delle politiche economiche nazionali, che ha causato il fallimento della Strategia di Lisbona
HELSINKI - L'Europa ce la può fare. Ma deve correggere la rotta, apportare cambiamenti di fronte a un mondo «radicalmente cambiato», nel quale la nostra Unione non è più baricentro. E' la realtà che Giorgio Napolitano invita a guardare, parlando ad altri otto capi di Stato esteri riuniti a Helsinki in una due giorni di meeting informale sotto l'egida del cosiddetto «Arraiolos group», dal nome della cittadina portoghese dove si incontrarono per la prima volta nel 2003. Cambiare, anche rispetto alle scelte adottate più di recente. E qui è semplice cogliere un monito che viaggia in direzione Berlino.
Perchè, ha detto il presidente della Repubblica, è vero che nell'ultimo periodo l'Ue è stata concentrata nella difesa dell'euro dagli attacchi della crisi economica. Ma è anche vero che l'Europa «non è solo euro», bisogna avviare una maggiore integrazione comunitaria. Va bene quella decisa in materia di fiscalità, vale a dire il 'fiscal compact' tanto voluto dalla Germania e rifinito ultimamente al Consiglio europeo. Ma proprio per «tradurre in fatti reali» quella formula «dobbiamo andare oltre il mero coordinamento delle politiche economiche nazionali, che ha causato il fallimento della Strategia di Lisbona».
Ce la possiamo fare ma l'Unione non è solo l'Euro - Serve più cooperazione in fatto di «decisioni e iniziative comuni per la produttività e la competitività», ma anche in materia di «politica estera e di sicurezza comune». Proprio qualche giorno fa a Roma il Consiglio Supremo della Difesa, riunito al Quirinale, è giunto a simili conclusioni: ineludibile integrare gli eserciti europei. «Perchè - ha specificato Napolitano - fuori d'Europa cè domanda di più Europa, ma di una Europa che abbia una voce sola».
L'importante è che tutti i partner europei capiscano che di non solo rigore è fatta l'Europa. Serve anche «solidarietà», ha insistito Napolitano, tornando su un concetto a lui caro. «Nessun Paese da solo, per quanto grande e competitivo, può agire con capacità sufficiente per contare davvero nel nuovo contesto globale. Solo l'Europa unita può essere una risposta al rischio di declino».
Quanto all'Italia, ora che con il governo Monti ha riconquistato relazioni internazionali sopite, ce la sta mettendo tutta. L'Italia si sta assumendo le proprie «responsabilità», ha spiegato Napolitano ai suoi colleghi europei, «con decisioni difficili e duri sacrifici, in particolare per ridurre l'enorme debito pubblico, per non lasciare che gravi sulle giovani generazioni».
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