24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Polemiche dopo le parole di Umberto Bossi

Formigoni alla Lega: Basta con la logica del ricatto, andiamo avanti

Il Presidente della Lombardia: «Nemmeno in considerazione l'idea di aprire all'opposizione. Voglio lanciare un segnale forte in termini di regole: gli assessori regionali dovranno esserlo a tempo pieno. Corsaro: Le minacce di Bossi non condizionano le scelte del Pdl

ROMA - Roberto Formigoni, governatore della Lombardia 'minacciato' ieri da Umberto Bossi di 'caduta a breve, dice «basta con la logica del ricatto. Non è interesse di nessuno innescare reazioni a catena che metterebbero a rischio diverse amministrazioni del Nord. Abbiamo valutazioni diverse in sede nazionale sul governo Monti, ma in Lombardia, Veneto e Piemonte abbiamo fatto accordi elettorali davanti ai cittadini e abbiamo tutti il dovere di rispettarli».
Intervistato dalla Stampa, Formigoni sottolinea che la possibilità di aprire all'opposizione in Regione «è un'ipotesi che non prendo nemmeno in considerazione perché non credo alla premessa che la Lega faccia un passo del genere». «Andremo avanti insieme con grande forza, lavorando per trovare intese già alle amministrative di primavera, almeno in alcuni posti sensibili come Monza o Como».
Sulle indagini che coinvolgono i consiglieri regionali, «le accuse sollevate sono indubbiamente gravi. Per questo - afferma il governatore - sto valutando azioni che possano garantire ancor più trasparenza nell'azione amministrativa. Più che rimpasto voglio lanciare un segnale forte in termini di regole: gli assessori regionali dovranno esserlo a tempo pieno. Chi decide di servire la regione deve svolgere solo attività di governo».

Corsaro: Le minacce di Bossi non condizionano le scelte del Pdl - «Abbiamo imparato in questi anni a conoscere Bossi e sappiamo che utilizza toni forti quando parla al proprio elettorato. Con la Lega, amministriamo con ottimi risultati tanti Comuni, Province e Regioni. Non vi sono motivi perché queste esperienze cessino da un momento all'altro. Sarebbero i cittadini lombardi e veneti i primi a non capire crisi pilotate o al buio». Lo ha dichiarato il vicepresidente vicario del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, intervenendo stamani a Gr Parlamento.
«Escludo comunque - ha aggiunto - che la minaccia di far cadere la giunta in Lombardia, lanciata ieri dal Senatur, possa in qualche modo condizionare le scelte del Pdl a livello nazionale. Il Popolo della Libertà, per senso di responsabilità verso il Paese, ha contribuito a far nascere questo governo. Un'adesione, sia chiaro, in alcun modo acritica e sempiterna. Nelle prossime settimane valuteremo su ogni singolo provvedimento - ha concluso Corsaro - l'opportunità o meno di continuare a sostenere questo esecutivo».