24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Il naufragio della Costa Concordia

«Schettino piangeva come un bambino»

Parla il cappellano della Nave, padre Raffaele Malena: «Certamente si è trattato di un errore umano, perchè non dovevamo essere così vicini all'isola»

ROMA - A una settimana dal naufragio il cappellano della Costa Concordia, padre Raffaele Malena, è tornato al suo paese, Ciro Marina, in Calabria. E in una intervista in esclusiva concessa al giornale francese Famille Chrétienne, racconta la sua versione dei fatti, sottolineando che «i suoi ragazzi», i membri dell'equipaggio che fino all'ultimo sono rimasti al loro posto, sono «degli eroi».
Anche lui è stato uno degli ultimi ad abbandonare la nave, intorno all'1.30, circa quattro ore dopo la collisione con gli scogli dell'isola del Giglio. Padre Molena si è calato con una scaletta di corda ed è stato recuperato da una lancia dei soccorsi e tratto in salvo. Intorno alle 2.30 ha quindi incontrato il comandante Francesco Schettino: «Ho parlato con lui, mi ha abbracciato per un quarto d'ora e piangeva come un bambino», ha raccontato.
«Certamente si è trattato di un errore umano - ha affermato il cappellano -, perchè non dovevamo essere così vicini all'isola. Ma non spetta a me giudicare. Lo faranno gli esperti».