19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Polemiche dopo gli scontri di Roma

Vendola: Non esiste alcun «patto» Sel-Movimenti

«Non propongo posti, il mondo non è abitato solo da Scilipoti. Le Leggi speciali darebbero ragione ai violenti. Casini? Simpatico, da anni dialogo con l'Udc in Puglia. Marchionne fa parte di un mondo impresentabile»

ROMA - Non c'è nessun patto tra Sinistra Ecologia e Libertà e i movimenti che hanno appoggiato la manifestazione di sabato scorso a Roma per dei seggi in Parlamento. Lo assicura Nichi Vendola ospite di Radio anch'io.
«Questa rappresentazione caricaturale - ha detto - è veramente incredibile. Io discuto, come è ovvio, con le ragioni degli indignati, discuto con il mondo dei movimenti sociali, mi sono confrontato sul tema della difesa dei beni comuni a partire dall'acqua. Con loro ho sempre parlato di non violenza e continuerò ma questo non significa che sto proponendo posti in Parlamento o mercanteggiamento. C'è qualcuno che pensa che il mondo sia abitato solo da prototipi umani di Scilipoti. Per me è importante come il movimento incontra la politica perché se non la incontra rischia di produrre frustrazione».

Leggi speciali darebbero ragione ai violenti - Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, si dice contrario alle misure speciali ipotizzate dal governo dopo gli scontri di sabato scorso a Roma. «Bisogna evitare di dare ragione ai black bloc. Chi cerca la guerra ha bisogno di vivere in un contesto segnato da leggi emergenziali. Bisogna sconfiggere con la democrazia i nemici della politica e della democrazia. Non vorrei che gli dessimo ragione: loro cercano la guerra e noi che facciamo? Gli diamo la guerra?».
«Credo - ha proseguito Vendola - che nell'epoca in cui viviamo dovremmo lavorare molto sul concetto della non violenza, indispensabile alla convivenza che è il terreno avanzato della lotta per il cambiamento. Non deve esserci più giustificazione per la violenza soprattutto per chi ha nel cuore cambiare».
Secondo Vendola, «il protagonista della violenza di piazza San Giovanni è molto pericoloso perché non è la ripetizione del passato ma è un protagonista differente: un magma composito in cui sono minoritarie le ragioni ideologiche e in cui invece prevale uno schema di un raggruppamento largo e quasi paramilitare. Deve esserci una condanna radicale».

Casini? Simpatico, da anni dialogo con l'Udc in Puglia - Pier Ferdinando Casini è «una persona molto simpatica e intelligente. Mi piace molto discutere con lui ma bisogna capire se siamo in grado di condividere una certa idea dell'Italia».
«Bisogna capire se siamo convinti che bisogna lottare per porre regole ai mercati finanziari - ha spiegato Vendola - e dare valore al lavoro, se siamo in grado di garantire l'evoluzione dei costumi anche attraverso una legislazione che fa i conti con i nuovi diritti di cittadinanza. Piuttosto che definire in astratto alleanze e giri di compagnia insomma bisogna discutere dell'Italia e dell'Europa. Io un segnale di dialogo l'ho lanciato da anni. Casini sa che nei confronti del suo partito c'è un'attenzione permanente in Puglia, tante proposte dell'Udc sono state accolte e l'attenzione è totale. Il problema non è solo allargare il giro delle alleanze politiche ma capire se noi come coalizione siamo in grado di scrivere un patto con una nuova generazione».
La «fotografia» di Vasto tra Vendola, Di Pietro e Bersani «non chiude il recinto della coalizione - ha concluso il leader di Sel - ma apre un percorso tra Pd, Idv e Sel. Quanto prima chiuderemo con un'agenda di lavoro un'intesa tra di noi quanto prima possiamo aprire un cantiere per l'alternativa al berlusconismo, un cantiere aperto a chiunque voglia portare arricchimento al programma».

Marchionne fa parte di un mondo impresentabile - L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, fa parte di un «mondo impresentabile di questi tempi».
Secondo il governatore della Puglia, bisogna «lavorare per salvare gli stati: credo - ha osservato - che non si possa immaginare di sottovalutare il tema rilevante del debito pubblico ma questa specie di buco nero nelle nostre economie non verrà mai colmato con i tagli ai ceti medi e popolari e con la devastazione del welfare». Per Vendola «bisogna reperire le risorse in settori della società che negli ultimi anni hanno decuplicato le proprie ricchezze. Otto-dieci punti di Pil del mondo occidentale sono stati trasferiti dalle tasche del lavoro dipendente alla finanza mondiale».
«Perché - si è chiesto Vendola - l'amministratore delegato della Fiat deve guadagnare 450 volte lo stipendio di un operaio specializzato e accumulare stock options? E' un mondo impresentabile di questi tempi». Il leader di Sel, infine, è convinto che «anche la Grecia vada salvata» ma fa notare «che mentre taglia tutto ha ancora le spese militari che rappresentano il 2% del Pil. Cioè mentre il paese cola a picco devono pensare a un'eventuale guerra con i ciprioti o con i turchi? Possibile che non si possano cambiare le priorità di questa parte del mondo?».