31 luglio 2025
Aggiornato 10:00
Intervista ad «Otto e Mezzo»: il «Nuovo Ulivo» è al 44%

D'Alema: «Da Tarantini menzogne, improprio parlare di questione morale per il PD»

Il Presidente del Copasir: «Credo che lui abbia enfatizzato perché lo pagava Berlusconi. Il referendum può portare alle elezioni. Da Bagnasco parole importanti, ma non credo che rinascerà la Dc»

ROMA - Massimo D'Alema nega di avere mai avuto rapporti con Giampaolo Tarantini e definisce «incivile» che alcuni organi di stampa lo coinvolgano nei pezzi che riguardano l'uomo implicato nel presunto giro di escort organizzato intorno al presidente del Consiglio. Il presidente del Copasir lo ha detto a Otto e mezzo: «Ho vissuto a Bari otto anni e frequento la Puglia da 32 anni, è inevitabile che conosca delle persone che conosce anche Tarantini, statisticamente è inevitabile. Tuttavia non ho mai avuto alcun rapporto con Tarantini: lui stesso, dopo aver detto tante cose contraddittorie, alla fine dell'interrogatorio ha detto se incontro D'Alema lui non mi riconosce».
«A una cena elettorale - ha spiegato - uno saluta, ma non è che ha un rapporto con tutte le persone che stanno lì. Sono tutte cose che lui ha enfatizzato, ora attendo con serenità che i magistrati capiscano la natura di queste menzogne, perché io credo che lui abbia enfatizzato questi rapporti anche perché lo pagava Berlusconi. Stanno indagando varie procure, aspetterei con serenità».
Per quanto riguarda la barca, D'Alema ha puntualizzato: «È mia non di De Santis. Mi ha venduto una barca nel 1994. E' un amico, ma cosa c'entra? Io sono amico di tantissime persone. Quello che trovo barbarico è che venga coinvolto io. Che c'entro io? Questo è al di là di ogni principio di civiltà, è talmente incivile che ho denunciato tutti i giornali che mi hanno chiamato in causa. La barca è in vendita, ci sono delle trattative: forse, se viene rispettata la mia privacy, penso che qualcuno se la comprerà anche».

D'Alema: «Improprio parlare di questione morale per noi» - Il Pd deve fronteggiare dei casi delicati che riguardano propri amministratori, bisogna certamente «vigilare», ma è «improprio» parlare di questione morale nel partito. «Frisullo e Penati si sono assunti le loro responsabilità dimettendosi delle loro cariche pubbliche, tuttavia è tutto da dimostrare che siano colpevoli. Sono episodi che non abbiamo sottovalutato. Tuttavia, siccome noi amministriamo gran parte delle città italiane, abbiamo migliaia di amministratori onesti... Un grande partito deve vigilare, ma questione morale Berlinguer l'ha usata in un senso molto preciso: io direi che applicarlo al Pd è un uso improprio dell'espressione».

Il referendum ha dato la scossa e può portare alle elezioni - Il referendum elettorale ha avuto il merito di dare «una scossa» al dibattito sul tema della riforma e ora potrebbe anche produrre un altro effetto positivo, portare a elezioni anticipate. «Ha dato una scossa utile, lo dico io che pure non condivido l'obiettivo di riportare in vigore la legge elettorale precedente, che era migliore dell'attuale ma non aveva risolto due grandi problemi: la frammentazione e la stabilità. Ma il referendum ha il merito di avere gettato il sasso nello stagno dei veti».
Ha aggiunto D'Alema: «Ho visto che Alfano ha parlato della riforma... Temo che piuttosto il referendum possa accelerare una conclusione della legislatura. Alla fine avrebbe comunque un effetto positivo, perché piuttosto che tirare a campare in questo modo le elezioni sarebbero una via d'uscita».

Da Bagnasco parole importanti, ma non credo che rinascerà la Dc - Le parole del cardinal Bagnasco sono «di grande importanza», ma secondo Massimo D'Alema non preludono alla rinascita di un partito cattolico: «Credo si tratti di un messaggio di grande importanza per la società italiana, non lo riduco banalmente a Berlusconi. Non penso che si illudano che possa rinascere la Dc, si pongono un problema diverso: come l'unità dei cattolici, sul piano dei valori e della fede, possa interloquire con il pluralismo politico. Il soggetto cattolico di cui si parla non è una forza politica. Se i cattolici sono in campo io credo che il Pd possa essere un interlocutore attento».
D'Alema non teme di perdere elettori cattolici: «Ripeto, non credo che il progetto sia quello di rifare la Dc. Perché non è realistico, con la fine della guerra fredda si è affermato il pluralismo politico dei cattolici ed è un dato a mio giudizio irreversibile». Quando gli è stato chiesto se si può dire che la Chiesa ha deciso di abbandonare Berlusconi, l'ex ministro degli Esteri ha risposto: «Non vorrei fare un torto alla Chiesa dicendo che sono stati con Berlusconi... Forse però negli ultimi anni ci sono stati momenti di disattenzione. Forse Bagnasco è più attento al terreno dei valori. Io sono contrario alle strumentalizzazioni. Il tornare in campo di una chiesa sui valori morali e della solidarietà lo ritengo positivo».

«Romano? Fra la Camera e il Paese c'è un distacco enorme» - Il voto della Camera a favore del ministro Saverio Romano fotografa il «distacco enorme tra questa assemblea e il Paese. Oggi ho avuto una sensazione, forse più che in qualsiasi altro momento, del distacco enorme tra quell'assemblea e il Paese, i cittadini. La sensazione che la maggioranza non capisca che questa immagine del Palazzo arroccato a difesa dei suoi privilegi rischia di creare una frattura insanabile. E mi stupisce anche il ministro Romano, che è un uomo intelligente e non capisce che la richiesta è normale. Per indagini molto meno gravi il ministro Scajola si è dimesso, lo stesso Brancher... La sensazione è che oggi non c'è più neppure questa normale consapevolezza».

Casini non ironizzi, il «Nuovo Ulivo» è al 44% - Il Pd propone un'alleanza «larga», Pier Ferdinando Casini farebbe bene a non «ironizzare» sul 'Nuovo Ulivo', che secondo i sondaggi è «al 44%» e comunque è presto per dire che i centristi non si alleeranno con il centrosinistra. «Vogliamo andare alle elezioni con un'alleanza tra il centrosinistra e il terzo polo che dia al paese una larga alleanza democratica». Non è il caso di fare del sarcasmo sul Nuovo Ulivo, ha aggiunto: «A Vasto si sono incontrate tre forze che sono alleate: ho detto a Casini che non è il caso di ironizzare, perché Bersani, Vendola e Di Pietro oggi rappresentano il 44% del popolo italiano, secondo i sondaggi. Siccome non vedo nessuno che rappresenta di più del 44%, avrei un atteggiamento di un certo rispetto. Tuttavia noi riteniamo che questo 44%, che pure è tantissimo, non è sufficiente per affrontare i problemi del paese e per questo proponiamo un'alleanza più vasta. Chi ironizza anziché ironizzare potrebbe valutare le nostre proposte».
In ogni caso, è presto per dire che l'Udc non si alleerà con il Pd: «Non mi sentirei di pronunciare queste sentenze... queste previsioni forse sono premature. Le amministrative hanno segnato un grande successo dell'opposizione e nei ballottaggi gli elettori di Casini e di Vendola e Di Pietro, hanno votato insieme. A Milano gli studi dicono che l'80% dell'Udc ha votato per Pisapia, non ha votato per la signora Letizia Moratti».