28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Emergenza immigrati

Lampedusa, dopo l'incendio nel CIE si cercano nuove strutture per gli immigrati

Distrutti due edifici del centro accoglienza. I tunisini si radunano pacificamente al porto. Il Viminale conferma i programma di rimpatri. Calipari (Pd): «Maroni dica cosa succede a Lampedusa»

LAMPEDUSA - Domato l'incendio, scoppiato nel centro di accoglienza di Lampedusa, si apre il problema di una sistemazione degli immigrati: secondo quanto riferito da fonti della Protezione civile sull'isola, nelle prossime ore è in programma un briefing tra forze dell'ordine e i volontari delle associazioni che si occupano dell'emergenza immigrati, per definire un piano d'azione e individuare le nuove strutture destinate ad accogliere gli extracomunitari.
L'incendio, appiccato da alcuni immigrati tunisini ospiti, ha infatti distrutto due dei tre edifici che costituiscono il complesso che sorge a contrada Imbriacola, a circa due chilometri dal centro abitato.

I tunisini si radunano pacificamente al porto - Secondo quanto riferito da alcuni testimoni a Lampedusa, i tunisini fuggiti questo pomeriggio dal centro d'accoglienza, semidistrutto da un vasto incendio appiccato questo pomeriggio, si starebbero radunando «pacificamente» in una zona vicina al porto.
Segnali di distensione sono giunti dai cittadini di Lampedusa, i quali hanno soccorso gli extracomunitari offrendo loro delle bottiglie d'acqua.
Alcuni immigrati tunisini, che erano ospitati all'interno del centro d'accoglienza semidistrutto questo pomeriggio da un vasto incendio, sono stati assistiti dai medici del poliambulatorio dell'isola. Gli extracomunitari presentavano sintomi da intossicazione, ma le loro condizioni di salute non destano preoccupazione.

Il Viminale conferma i programma di rimpatri - L'incendio scoppiato al centro di accoglienza immigrati di Lampedusa non cambia il fronte del ministero dell'Interno, e fonti del Viminale assicurano che «i rimpatri proseguiranno come previsto», ovvero 100 immigrati al giorno.
Secondo il ministero infatti l'incendio scoppiato nel centro di Contrada Imbriacola - che sarebbe stato appiccato da alcuni tunisini - è un atto di protesta contro i rimpatri che da alcuni giorni procedono a ritmo serrato, dopo l'ultimo incontro di lunedì scorso del ministro dell'Interno Roberto Maroni con le autorità tunisine. In base all'accordo del 5 aprile infatti, erano previsti rimpatri ogni giorno per 30 immigrati, mentre da lunedì scorso il ritmo è stato aumentato a 100 immigrati al giorno (due voli per 50 immigrati ciascuno) per cinque giorni a settimana. Da qui la protesta. Ma dal Viminale si sottolinea che il programma di rimpatri proseguirà come previsto e andrà avanti con 100 immigrati al giorno.

Calipari (Pd): «Maroni dica cosa succede a Lampedusa» - «Centro d'accoglienza in fiamme, 800 tunisini scappati, il sindaco dell'isola che parla di guerra. Queste le notizie che arrivano da Lampedusa, dove, contro i rimpatri forzati, sarebbe partita la rivolta degli immigrati. Chiediamo al ministro dell'Interno di dirci cosa sta succedendo, chiediamo che s'intervenga immediatamente per salvaguardare i minori che, come si legge sulle agenzie stampa, rischiano di morire soffocati. Lo dice Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del Pd, commentando le notizie che arrivano dall'isola siciliana. «Sotto gli occhi di tutti un altro dei tanti fallimenti di questo governo allo sbando», conclude.

Senatori Pd: «Ripristinare i diritti a Lampedusa» - «L'incendio scoppiato nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola a Lampedusa che sarebbe stato appiccato da alcuni cittadini tunisini è un fatto di estrema gravità, ed è l'ennesima dimostrazione di come la situazione sull'isola sia assolutamente fuori controllo, con buona pace della villa acquistata da Berlusconi e di tutta la propaganda del Governo». Lo sostengono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
«Ciò che preoccupa al momento - aggiungono i senatori del Pd - è l'incolumità delle persone, in particolare dei minori non accompagnati che da mesi sono reclusi in una situazione drammatica, rinchiusi a centinaia nel centro di detenzione dell'isola, dove restano per settimane tra malattie, incidenti e un caldo infernale. E' una situazione che dura da troppo tempo, e che è da criminali non affrontare ripristinando immediatamente i diritti e la legalità».