Deputato del Pd si rinchiude per protesta nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa
Khalid Chaouki, di origini marocchine, ha chiesto che l'esecutivo si occupi della questione tempestivamente: «Spero in un intervento urgente del governo e di poter tornare dai miei figli per Natale. Altrimenti rimarrò qua. Un posto sospeso, al di fuori della legalità, una situazione fatiscente, con servizi inadeguati, senza nemmeno una mensa»
LAMPEDUSA - Il deputato del Partito democratico (Pd) di origini marocchine , Khalid Chaouki, si è rinchiuso da domenica mattina all'interno del Centro di prima accoglienza di Lampedusa, per denunciare la situazione in cui versano i centri di accoglienza, identificazione ed espulsione degli immigrati clandestini.
SPERO DI TORNARE PER NATALE - «Spero in un intervento urgente del governo e di poter tornare dai miei figli per Natale. Altrimenti rimarrò qua» ha annunciato Chaouki, raggiunto questa mattina al telefono da Radio Città Futura all'interno del Centro di prima accoglienza di Lampedusa dove si è rinchiuso da ieri per protesta.
LUOGHI SOSPESI FUORI DA LEGALITÀ - Chaouki ha descritto la struttura come «un posto sospeso, al di fuori della legalità, dove le persone passano il tempo senza fare nulla, in una situazione fatiscente, con servizi inadeguati, senza nemmeno la presenza di una mensa». Il deputato ha chiesto al governo che le persone recluse all'interno vengano immediatamente liberate e trasferite in altri centri d'accoglienza per profughi «perché - ha sottolineato - l'Italia non può più permettersi di essere vista tutto il mondo e in Europa come un paese che non rispetta i diritti umani». Secondo Chaouki è necessario distinguere il tema dell'espulsione degli immigrati irregolari da quello dei profughi e rifugiati - «come tutte le persone presenti all'interno del centro di Lampedusa, che l'Italia ha il dovere costituzionale di accogliere prima di perdere la sua credibilità nel mondo».
PRIVI DI OGNI ATTIVITÀ - Il Democratico, intervistato da Sky Tg24, ha dichiarato: «Il dramma di questi centri è che sono privi di qualsiasi tipo di attività» per cui i migranti sono «ostaggio della loro routine. E' il vuoto totale se non per quello che cercano di fare i volontari. Spero di rimanere qui il meno possibile perché questo significherebbe un intervento tempestivo del governo. Qui non stiamo parlando di gente che sta cercando lavoro, stiamo parlando di persone che sono in fuga dalla guerra in Siria, in Somalia».
UNA NOTTE DIFFICILE - Il deputato del Pd ha raccontato com'è andata la sua prima notte nel centro: «E' stata una notte difficile, anche per le condizioni: qui c'è un vento fortissimo. Sono in una stanza con sette profughi siriani che fino a tarda notte hanno voluto raccontare la loro storia, come sono arrivati qui. E poi dopo abbiamo sentito delle urla nel cortile del centro: era una ragazza che aveva avuto una crisi di panico, correva avanti e indietro lungo il cortile del centro».
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