Napolitano sonda i partiti: «Serve condivisione per la crescita»
Stop del Colle alla Lega: «Agitare secessione è porsi fuori dalla storia»
ROMA - L'Italia si sveglia declassata da Standard&Poor's e la cosa preoccupa il Quirinale. Giornata densissima di impegni quella di oggi per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come gli accade spesso da quando sono iniziati gli scossoni finanziari sulla zona euro e «specificatamente» sull'Italia. Dopo aver sentito ieri il leader del Pd, Pierluigi Bersani, questa mattina Napolitano ha ricevuto al Colle il leghista Roberto Maroni, ministro dell'Interno. In serata l'incontro con i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Con l'Udc, si apprende da fonti del partito centrista, contatti ci sarebbero stati già lo scorso weekend: «Sintonia totale», sottolineano dal partito di Casini. Soprattutto, dopo la festa della Lega a Venezia nel weekend con i ritrovati appelli di Umberto Bossi alla indipendenza padana, oggi il capo dello Stato sceglie di 'riprendere' il Carroccio.
Nel pomeriggio il presidente della Repubblica visita, con il ministro Renato Brunetta, la mostra «La macchina del tempo», allestita all'Archivio di Stato in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Cornice perfetta per dire che «agitare ancora la bandiera della secessione significa mettersi fuori dalla storia». Al contrario, continua parlando ai cronisti, ora più che mai serve un «impegno comune per far fronte alla crisi finanziaria».
La serie di colloqui di oggi dà l'idea di un giro d'orizzonte tra le maggiori forze politiche presenti in Parlamento alla luce della difficile situazione dei conti pubblici. Una mossa, quella del capo dello Stato, tesa a sondare il terreno per rinnovare l'invito alla condivisione delle scelte, via necessaria per uscire dalla crisi e rilanciare la crescita. Non a caso, quando nel pomeriggio Napolitano lancia il suo monito, lo fa sottolineando con forza la necessità di mettere mano a una «piattaforma meditata che nasca da consultazioni ampie».
Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, «colpi d'ala in tasca non ne ho e credo non lo abbia nessuno», dice il presidente della Repubblica ai giornalisti. «Occorre qualcosa di diverso» da un colpo d'ala. «Sento parlare di un piano pluriennale...», accenna. E gli serve per ribadire che la chiave del tutto deve essere la condivisione. Perchè è vero che i dati sull'Italia preoccupano, «inutile nascondere che stiamo affrontando prove complesse», ha avuto modo di dire nel corso della sua visita a Bucarest la scorsa settimana. Ma «i dati non rimpiccioliscono il paese», dice oggi. «Siamo una grande economia e una società vitale - ribadisce - ma tutto questo deve essere messo a frutto attraverso scelte politiche appropriate e il più possibile condivise».
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