24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Caso Lavitola-Tarantini

L'opposizione attacca: «Berlusconi vada al Quirinale e si dimetta»

Fini-Casini: «Nuovo Governo e nuovo Premier». Gasparri: «Bisogna ragionare sulla ricomposizione di una vasta area moderata e di centrodestra»

ROMA - La lettura delle intercettazioni delle telefonate in cui Silvio Berlusconi sostiene, tra le altre cose, di fare il premier «a tempo perso» mette d'accordo tutta l'opposizione, senza eccezioni: il presidente del Consiglio deve dimettersi. Il Pdl difende il Cavaliere, fa quadrato e rilancia l'allargamento della maggioranza all'Udc di Pier Ferdinando Casini.

Il Pd affida a Davide Zoggia, responsabile Enti locali della segreteria nazionale del Pd, la richiesta di un passo indietro del premier: «L'Italia, con i suoi gravi problemi, non si può permettere un esecutivo che governa a tempo perso. Le parole sono finite. Berlusconi si rechi al Quirinale e rassegni le dimissioni». Dal terzo polo si levano le voci di Casini e del leader di Fli, Gianfranco Fini. «Io non giudico - afferma il presidente della Camera - io dico che purtroppo l'immagine dell'Italia a livello internazionale si aggrava giorno per giorno e nessuno capisce quello che sta accadendo nel nostro Paese. Personalmente spero che, anche nell'ambito della maggioranza, finisca per prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo che abbia maggior credibilità internazionale, che si occupi dei problemi dell'economia e faccia uscire il Paese da questa crisi. Un altro governo presuppone un altro presidente del consiglio».

Il leader dell'Udc gli fa eco: «Berlusconi da tempo ha perso ogni voglia di governare gli italiani, è impegnato in altre cose. Per cui, oggi faccia un passo indietro consentendo all'Italia di essere governata da qualcuno che ci crede a governare e cambiare le cose». Casini ribadisce la proposta lanciata sabato scorso alla festa del suo partito a Chianciano Terme. Sia lo stesso Cavaliere a indicare anche nel suo partito «quelle persone, quelle risorse che pensano di poter fare qualcosa di buono per il Paese».

Di fronte alle richieste di dimissioni del premier il Pdl fa quadrato ma anche tra i sostenitori più convinti di Berlusconi nasce l'esigenza di fare qualche mossa per rafforzare il centrodestra. A un coinvolgimento dell'Udc pensano i capigruppo del Pdl di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, che rilanciano l'apertura all'Udc. «Bisogna ragionare, in vista di future scadenze politiche ed elettorali sulla ricomposizione di una vasta area moderata e di centrodestra», dice Gasparri citando i casi delle alleanze nel Lazio, in Campania, in Calabria e quella più recente in Molise. Tace invece la Lega.

Umberto Bossi diserta la tappa ferrarese dei tre giorni di feste padane. E il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, interpellato sulle intercettazioni delle telefonate di Berlusconi apparse sui giornali, si rifugia in una battuta: «Sono invidioso da pazzi». Per il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, Bossi «deve essere coerente e staccare la spina a questo governo». E l'ex pm prevede nel voto dell'Aula alla Camera il 22 settembre prossimo sulla richiesta di arresto dell'ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese, l'episodio che può far «scoppiare» il centrodestra. Ci crede così tanto che annuncia che il suo gruppo chiederà che il voto sia segreto.