Settimana calda per il Governo
Bossi: «Va seguita l'Europa». Linea morbida di Futuro e Libertà. Big giovedì a Roma
ROMA - Intesa bipartisan per far fronte alla crisi? Non pervenuta. A due giorni dalle misure economiche annunciate dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro Giulio Tremonti, all'ansia per le reazioni dei mercati, si è aggiunta oggi la polemica tra maggioranza e opposizione per la lettera 'segreta' che il presidente della Bce Jean Claude Trichet e il suo successore Mario Draghi hanno spedito a Palazzo Chigi tra giovedì e venerdì scorsi per suggerire le riforme da varare per risanare i conti. Pd e Idv parlano di «commissariamento» dell'esecutivo e chiedono che la missiva venga pubblicata in tutti i suoi contenuti. Pdl e Lega fanno quadrato intorno al premier, respingendo gli attacchi e incassando anche una inedita linea morbida da parte del Fli.
Mentre è scontro tra Pdl, da un lato, e Pd e Idv, dall'altro (Capezzone: «Partito Democratico schiacciato su Di Pietro«), si registra un inedito avvicinamento del Fli alla maggioranza. In un'intervista al Corriere della sera Italo Bocchino si dice interessato ad una «ricomposizione del centrodestra». Insomma, dice, di fronte alla crisi internazionale, «non è il caso di continuare a litigare con Berlusconi».
Il premier si appresta a tornare a Roma dalla Sardegna prima di giovedì, quando è prevista l'informativa di Tremonti alle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Camera e Senato riunite a Montecitorio. Probabile anche un Consiglio dei ministri straordinario nei prossimi giorni. Giovedì intanto sarà giornata densa, con tutti i big presenti per ascoltare il ministro del Tesoro, tra chi annulla le vacanze (il Guardasigilli Nitto Palma) e chi torna in capitale per un giorno. Nell'attesa e mentre le borse continuano a chiudere in negativo, opposizione e Cgil puntano il dito contro il rischio che la caccia alle risorse finisca per colpire pensioni e ceti deboli. In questo senso, anche la denuncia di Nichi Vendola di Sel: «Berlusconi e Tremonti sono le principali ragioni della vulnerabilità italiana e rappresentano la versione casereccia di quel rigorismo a senso unico che sta impiccando il vecchio Continente all'albero del patto di stabilità».
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