20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Crisi economica

Domani Berlusconi in Parlamento, Opposizioni scettiche

Bersani: «Ci eviti la solita favola, la novità politica è un'esigenza»

ROMA - Domani Silvio Berlusconi riferirà in Parlamento sulla crisi economica, come chiesto a gran voce dal Pd, ma scettico sulla possibilità che dal premier possa venire qualche proposta utile per superare l'attuale emergenza finanziaria.

Lo ha detto a chiare lettere il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo il quale ormai verso il governo Berlusconi c'è uno «scetticismo mondiale». Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, auspica misure concrete e non le «solite chiacchiere», mentre non fa nessun affidamento sulla presenza del premier in Aula Antonio Di Pietro secondo il quale il problema dell'Italia «sta nella testa» cioè nel governo che non è più credibile agli occhi dei mercati internazionali.

Nonostante il pessimismo delle opposizioni però il Capo dello Stato oggi è tornato a lanciare un appello e si è rivolto a «tutte le forze politiche e sociali» affinchè si impegnino per misure concrete: «Nell'attuale momento la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l'indispensabile crescita dell'economia e dell'occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014».

Bersani come sempre condivide e sposa l'appello del Colle ma resta su un obiettivo minimo: «Non sono molto fiducioso e se devo metterci una piccola speranza è che almeno stavolta ci sia un'analisi veritiera e che non si racconti la solita favola». Ha detto esprimendo poi «irritazione» per «la giaculatoria sulle opposizioni che devono fare proposte. Se avessero ascoltato quello che diciamo da tre anni - ha puntualizzato - non saremmo arrivati a questo punto». Il leader del Pd, pur sottolineando che sia la presenza di Berlusconi in Parlamento che l'incontro con le parti sociali di giovedì sono state iniziative promosse dal Pd non nutre insomma molte speranze sul dibattito di domani, soprattutto perchè ritiene che «serva una novità politica», il problema a questo punto non sono le misure da varare ma la scarsa credibilità di questo governo nei mercati internazionali e a suo avviso anche per questo la soluzione non è quella di sostituire Giulio Tremonti con Mario Monti, che difficilmente potrebbe essere interessato ad entrare in un governo di questo tipo. Ecco perchè pur «non sapendo bene a questo punto cosa aspettarmi - avverte - Berlusconi ci dovrà mettere molta convinzione e dovrà essere molto convincente perchè lo scetticismo è mondiale sul fatto che da questo governo possa venire qualche proposta concreta».

«Spero che Berlusconi domani ci faccia delle proposte serie e non chiacchiere», è l'auspicio di Pier Ferdinando Casini, che si aspetta «un decreto, insomma misure concrete». Il leader Udc non crede però che sia più il caso di continuare a chiedere le dimissioni del governo, come fa Di Pietro: «Sarebbe un esercizio inutile, come la mozione di sfiducia». Il leader Idv invece oggi è tornato a ribadire la sua: «Quando c'è una crisi bisogna affrontare il problema dalla testa ovvero da questo governo che sta perdendo credibilità sul piano nazionale ed internazionale con il risultato che sul piano economico nessuno si affida a noi. Nuove elezioni sono la prima ed unica ricetta perchè anche da noi come in Spagna si possa dare una rinnovata credibilità».