Schifani: Cercare la verità è un imperativo non solo morale
Intervento in aula del Presidente del Senato: «Capire cosa accadde, chi volle che accadesse»
ROMA - «La verità deve continuare ad essere ricercata, i riflettori sulla morte di un uomo giusto e dei suoi uomini della scorta non devono mai essere spenti finché ogni ombra sarà fugata. Capire cosa accadde, chi volle che accadesse, resta per tutti un imperativo non solo morale». Così il Presidente del Senato Renato Schifani nel suo intervento in aula sulla strage di via D'Amelio in cui sono stati uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta.
«Abbiamo un debito nei confronti non soltanto delle famiglie che hanno sopportato in questi lunghi anni il dolore per la perdita di persone care; abbiamo un debito verso la Nazione e i cittadini onesti che hanno il diritto di conoscere tutta la verità su un giorno così buio della nostra Repubblica», ha proseguito Schifani. «Onorare la memoria di Paolo Borsellino e di quanti, servitori dello Stato hanno creduto nei veri valori della legalità, della democrazia, nei principi fondanti della nostra Carta Costituzionale, significa prima di ogni cosa seguire il loro esempio, fare tesoro dell'insegnamento che ci hanno lasciato, per contribuire nei fatti e sempre con determinazione e tenacia, a rendere migliore la nostra terra d'Italia. La memoria e il ricordo assumono, allora, il vero ed autentico significato, perché - ha concluso Schifani - indicano la direzione obbligata che ciascuno di noi deve seguire per realizzare giorno dopo giorno la legalità; per essere ciascuno di noi esempio da offrire anche e soprattutto ai nostri giovani che sono il nostro futuro».
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