Berlusconi attende Pontida e valuta intervento nella stessa giornata
Mossa del Premier per stoppare il Pdl in fibrillazione che teme le mosse dei Ministri della Lega
ROMA - Non se l'aspettava, almeno non così. Silvio Berlusconi, distante da Roma, ha appreso nel pomeriggio del crescendo leghista in vista del raduno di Pontida. Ma soprattutto ha toccato con mano il «costo» politico delle richieste del Carroccio e di Umberto Bossi, pronto a reclamare quattro ministeri al Nord. Siccome il premier teme che tale mossa possa scatenare una reazione a catena nel Pdl, agitando fino al livello di guardia l'ala romana del partito, e siccome altro ancora di potenzialmente destabilizzante il leader della Lega reclamerà dal palco padano, Berlusconi sta valutando la possibilità di mettere la sordina a eventuali polemiche intervenendo questa sera stessa, pubblicamente.
La location è ancora in corso di valutazione. C'è chi pensa a una telefonata pubblica o a un videomessaggio. C'è chi ipotizza invece una vera e propria uscita in pubblico, a Milano o dintorni. Nulla è stato ancora stabilito, in realtà. Molto dipenderà ovviamente dalle parole che Bossi pronuncerà davanti ai militanti leghisti. Il Cavaliere, d'altra parte, dovrà soppesare quel discorso, calibrando e limando a sua volta l'intervento per la verifica Parlamentare al quale sta già lavorando. Oggi, almeno questo lo rincuora, potrà però capire qualcosa in più della geografia leghista, dopo giorni di confusione. E, ascoltando le parole di Bossi, riuscirà anche a capire quale linea prevarrà nel Carroccio.
Di certo nel Pdl si teme l'attivismo leghista. Nei giorni scorsi in via dell'Umiltà era circolata la voce, riferita a Berlusconi, di una possibile mossa a sorpresa dei ministri del Carroccio, pronti a consegnare simbolicamente nelle mani di Bossi il mandato in attesa del passaggio parlamentare. Ipotesi, sembra, non confermata da Bossi nel faccia a faccia con Berlusconi. Certo è, però, che oggi il leader della Lega lancerà messaggi forti su fisco e Libia, immigrazione e futuro della coalizione. E, probabilmente, un capitolo il senatùr lo dedicherà direttamente a Berlusconi e al suo destino politico.
Poi, per il Cavaliere, sarà il momento di tirare le somme. Di andare in Parlamento, accogliere quanto più possibile delle sollecitazioni leghiste. Rilanciando su alcune riforme, a partire da quella fiscale. Ma anche ribadendo che non esistono alternative a questo governo, di fronte a una nuova prova di responsabilità. Ma ogni riflessione sembra prematura, spiegano dal Pdl, prima occorre ascoltare Bossi. E incrociare le dita.
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