28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Governo

Anpi: Inequivoca la vocazione autoritaria, siamo oltre il limite

Il Presidente: «Insopportabili gli attacchi ad altre Istituzioni»

ROMA - L'Associazione Nazionale Partigiani Italiani denuncia una «inequivocabile vocazione autoritaria del Governo», sottolineando come le «insopportabili, rinnovate ed esasperate» prese di posizioni contro magistratura ed altre istituzioni impongono di «valutare iniziative» nei confronti di un «Governo che ha oltrepassato ogni limite».

«Ancora una volta da parte di esponenti del Governo - ha affermato in una dichiarazione il Presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia - si è oltrepassato ogni limite, con rinnovati attacchi alla Magistratura, con l'incredibile aggressione verbale nei confronti di una Magistrata della Procura della Repubblica di Milano, con la proposta di ridimensionamento dei poteri del Presidente della Repubblica, con correlativo aumento di poteri in favore del Governo, con riferimenti irrispettosi nei confronti della Corte Costituzionale e relative proposte di modifica, insomma con rinnovate ed esasperate manifestazioni di spregio nei confronti delle istituzioni di garanzia. Il tutto accompagnato dalla dimostrazione di una inequivocabile vocazione autoritaria e dall'incredibile proposta di una commissione parlamentare d'inchiesta sull'operato di alcuni settori della magistratura».

«Queste dichiarazioni e proposte, assieme ai continui attacchi alla Costituzione - ha proseguito Smuraglia- sono insopportabili per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia e ritengono che una corretta convivenza civile non possa che fondarsi sul confronto e sul rispetto delle regole, delle istituzioni e delle persone, nonché su principi intangibili come quello della divisione dei poteri». E quindi «il prossimo Comitato Nazionale dell'Anpi valuterà le iniziative che sarà opportuno adottare affinché questo 'Paese smarrito' (nel quale, oltretutto, si plaude ad un imprenditore condannato per la morte atroce di otto lavoratori e si considera la sicurezza del lavoro come un «lusso» che il Paese non può permettersi) possa tornare ad essere quella democrazia fondata sul lavoro, sull'uguaglianza, sulla dignità che fu sognata dai combattenti per la libertà e realizzata da una Costituzione che, per i principi ed i valori che rappresenta, deve essere cara al cuore ed alla ragione di tutti gli italiani».