Quagliarello: I pm di Milano confessano i loro misfatti
«Un lettara inviata dalla Procura alla Polizia milanese è la prova della illegalità dei giudici»
ROMA - «Preoccupandosi in una lettera inviata alla Polizia giudiziaria per l'eventuale trascrizione di conversazioni di parlamentari 'indirettamente captate', i pm di Milano mostrano di essere perfettamente consapevoli che le utenze intercettate nel caso Ruby erano interessate da contatti di natura non casuale con membri del Parlamento», ha affermato Gaetano Quagliarello, vicepresidente Vicario del gruppo Pdl al Senato.
QUAGLIARELLO: I PM HANNO INTERCETTATO BERLUSCONI CONTRO LA LEGGE - «Nonostante ciò – spiega Quagliarello- lungi dal sospendere l'attività di intercettazione per richiedere la necessaria autorizzazione al Parlamento, la Procura ha continuato per mesi a intercettare tali utenze, e ha proceduto a una massiccia e invasiva attività di acquisizione e incrocio di tabulati telefonici - equiparata dalla legge e dalla Corte Costituzionale all'attività di intercettazione - e da questi tabulati ha ricostruito i contatti diretti con l'onorevole Berlusconi e le presenze nella sua abitazione».
LA PROCURA MILANESE CONFESSA IL SUO MISFATTO - «La Procura di Milano confessa il misfatto!», ha affermato Quagliariello.
«Leggiamo oggi sul Corriere della Sera - ha spiegato - una lettera datata 3 settembre 2010 con la quale i pm del caso Ruby raccomandavano alla polizia giudiziaria di non trascrivere conversazioni di parlamentari 'che abbiano a essere indirettamente captate'. Sorvolando sul fatto che telefonate del presidente Berlusconi siano state trascritte prima e anche dopo tale disposizione, con questa lettera la Procura di Milano diventa di fatto 'rea confessa' per la violazione della Costituzione, della legge e della consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale, che in numerose sentenze relative all'articolo 68 e alla legge Boato distingue con chiarezza le intercettazioni 'casuali' e le intercettazioni 'indirette' dei parlamentari, stabilendo che queste ultime, indipendentemente dall'uso che ne viene fatto, debbano essere comunque soggette alla disciplina dell'autorizzazione preventiva da parte della Camera di appartenenza».
I GIUDICI HANNO CONFERMATO NERO SU BIANCO I NOSTRI PEGGIORI SOSPETTI - «Avevamo già documentato - dice ancora l'esponente del Pdl - in una lunga interrogazione parlamentare le gravi violazioni commesse nel caso Ruby rispetto alle prerogative del Parlamento.
Mai avremmo pensato - conclude - che i pm sarebbero arrivati a confermare nero su bianco i nostri peggiori sospetti!».
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