28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Gesù di Nazaret

Papa: No ad una lettura razzista del Vangelo, Gesù non ucciso da «ebrei»

«Gesù stesso era israelita». Il ruolo dell'aristocrazia del tempio

CITTÀ DEL VATICANO - Non furono gli ebrei in quanto tale a volere la morte di Gesù. Il Papa smentisce l'interpretazione 'deicida' del Vangelo, nel suo nuovo libro su Gesù e, in un capitolo anticipato oggi dalla sala stampa della Santa Sede, contesta una lettura «razzista» della morte di Cristo.

«Chi erano precisamente gli accusatori? Chi ha insistito per la condanna di Gesù a morte? Nelle risposte dei Vangeli vi sono differenze su cui dobbiamo riflettere», scrive Ratzinger. «Secondo Giovanni, essi sono semplicemente i 'giudei'. Ma questa espressione, in Giovanni, non indica affatto - come il lettore moderno forse tende ad interpretare - il popolo d'Israele come tale, ancor meno essa ha un carattere 'razzista'. In definitiva, Giovanni stesso, per quanto riguarda la nazionalità, era Israelita, ugualmente come Gesù e tutti i suoi. L'intera comunità primitiva era composta da Israeliti. In Giovanni tale espressione ha un significato preciso e rigorosamente limitato: egli designa con essa l'aristocrazia del tempio. Così nel quarto Vangelo il cerchio degli accusatori che perseguono la morte di Gesù è descritto con precisione e chiaramente delimitato: si tratta, appunto, dell'aristocrazia del tempio - ma anch'essa non senza eccezione, come lascia capire l'accenno a Nicodemo. In Marco, nel contesto dell'amnistia pasquale (Barabba o Gesù), il cerchio degli accusatori appare allargato: compare l'ochlos ed opta per il rilascio di Barabba. Ochlos significa innanzitutto semplicemente una quantità di gente, la 'massa'. Non di rado la parola ha un sapore negativo nel senso di 'plebaglia'. In ogni caso con ciò non è indicato il popolo degli Ebrei come tale».