23 aprile 2024
Aggiornato 21:00
La Lega: i radicali come gli UdC

Calderoli: con noi al Governo mai alleanze con Pannella

Intanto ritorna d'attualità il problema del pareggio nelle commissioni permanenti. Il Carroccio: «Non stacchiamo la spina ma attenzione alla paralisi»

ROMA - La Lega sarebbe contraria ad un ingresso dei Radicali nel Governo. Lo dice Roberto Calderoli a Mattino 5.
«Nessuno mi ha mai detto niente riguardo al dialogo con Pannella ma i giornali scrivono tante sciocchezze riguardo a noi che forse anche in questo caso è una sciocchezza», premette il ministro leghista alla Semplificazione. «Noi siamo sempre dell'idea che le forze politiche si coalizzano prima del voto» e dunque «in questo caso l'ingresso di una forza politica che ha contrastato il Governo in campo elettorale avrebbe lo stesso significato dell'Udc».

LA LEGA TIENE IN VITA IL GOVERNO PER LE RIFORME, MA BISOGNA CAMBIARE LE COMMISSIONI - La Lega non stacca la spina al Governo, resta per le riforme, ma perché si vada avanti occorre intervenire sulla composizione delle Commissioni in Parlamento, soprattutto le permanenti, che dopo la nascita di Fli sono in pareggio, col rischio di paralisi per l'azione dell'esecutivo. Lo dice Roberto Calderoli, ministro leghista alla Semplificazione, a Mattino 5.

CON IL PAREGGIO MOLTI PROVVEDIMENTI SONO A RISCHIO - «Siamo in difficoltà nelle commissioni permanenti dove alla Camera siamo in assoluto pareggio. Aldilà del federalismo altri provvedimenti rischiano lo stallo» e per questo nell'incontro ieri ad Arcore la Lega ha dato «stimolo al Presidente ad allargare maggioranza perché composizione non impedisca azione di Governo». Le Commissioni «hanno bisogno di maggioranze certe a questo bisogna che lavori Berlusconi». Quanto al federalismo entro un paio di settimane, dice Calderoli, dovrebbe chiudersi l'iter sul decreto municipale, sul quale il Governo riferirà alle Camere sul testo modificato e i partiti - su quelle comunicazioni - potranno eventualmente presentare dei documenti. Domani confermato l'incontro al Quirinale tra Bossi e il Presidente Napolitano.

E’ GIUSTO LAVORARE SUL PROCESSO BREVE - E' giusto lavorare sul processo breve, precisa Roberto Calderoli. «Abbiamo approvato al Senato un provvedimento sul processo breve che era stato votato anche dai finiani. Il problema più grande della giustizia italiana è la lunghezza dei processi. Se siamo condannati a livello europeo un obbligo ridurre la durata dei processi, così come lo è la certezza della pena», dice il ministro leghista alla Semplificazione.