28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Afghanistan

La Russa: il Premier conferma il nostro impegno

Il Ministro della Difesa: «Il presidente del Consiglio mi ha confermato che ne vale dolorosamente la pena»

ROMA - L'impegno militare italiano in Afghanistan va avanti. Non ci sono divisioni né contrasti, a tal proposito, tra le fila del governo. E anche Silvio Berlusconi, che a poche ore dall'uccisione del caporal maggiore Luca Sanna si era chiesto se ne valesse la pena, è giunto alla stessa conclusione: «Il presidente del Consiglio mi ha confermato che ne vale dolorosamente la pena», ha detto oggi alla Camera Ignazio La Russa. «Non c'è dubbio che il nostro obiettivo è quello di completare la nostra missione, di mantenere fede all'impegno assunto nell'ambito di una importante azione multinazionale per la stabilizzazione di quell'area. Questo è il convincimento di Berlusconi e pure il mio», ha spiegato il ministro.

Benché ci si interroghi, dunque, sul senso della missione, non si può «vanificare lo sforzo di chi è lì da tanto tempo». Il modo «migliore» per «onorare» Sanna e tutti gli altri caduti italiani «è proprio quello di non svilirne il sacrificio con inutili polemiche, completando una missione il cui unico scopo è quello di ridare pace e dignità agli afgani e sicurezza alla nostra nazione», ha insistito il ministro della Difesa. Certo «ci interroghiamo tutti, ogni giorno, ogni minuto», aveva detto già questa mattina in un intervento a Mattina 5. Ma «la mia risposta è identica a quella data fin qui dal presidente del Consiglio e cioè che siamo lì nell'ambito di una missione internazionale e verremo via quando lo farà anche il resto della missione internazionale», aveva aggiunto.

Dunque, nonostante la morte di Sanna, 36esima vittima italiana nel paese asiatico, c'è «il fermo intendimento del Governo di mantenere fede al suo impegno, nella consapevolezza dell'importanza dell'azione multinazionale per contribuire alla stabilizzazione dell'Afghanistan». Piuttosto bisogna «essere pronti a modificare e migliorare le nostre contromisure» al cospetto di una minaccia sempre alta: contro gli italiani, negli ultimi tre mesi, si sono registrati circa 40 attacchi a settimana, con ordigni esplosivi improvvisati, armi da fuoco leggere, razzi. Quello di ieri è stato solo l'ultimo episodio di una lunga serie. Dunque, «non si tratta di mettere in discussione la bontà delle ragioni che ci portano a proseguire la missione in Afghanistan, ma di rivedere e di adattare al meglio le condizioni e le modalità di impiego dei nostri militari a fronte di mutevoli situazioni di rischio», ha detto La Russa.