Papa: il preservativo può essere giustificato in singoli casi
«Ma non è il modo di combattere l'aids e il rischio della banalizzazione della sessualità». E sugli abusi: «Compiacimento dei media scredita la Chiesa»
CITTÀ DEL VATICANO - Storica apertura del Papa sul tema dei preservativi. Benedetto XVI risponde ad una domanda sul tema della sessualità nel libro-intervista con il giornalista tedesco Peter Seewald Luce del mondo, che verrà presentato martedì prossimo e di cui oggi l'Osservatore romano anticipa vari stralci. «Concentrarsi solo sul profilattico - risponde Ratzinger - vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità».
MORALIZZAZIONE - «Vi possono essere - aggiunge però il Papa - singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. E' veramente necessaria una umanizzazione della sessualità».
Quanto alla controversa enciclica di Paolo VI sui metodi contraccezionali, «le prospettive della Humanae vitae - afferma Benedetto XVI - restano valide, ma altra cosa è trovare strade umanamente percorribili».
PEDOFILIA - Il Papa affronta il tema della pedofilia nel libro-intervista con il giornalista tedesco. «I fatti non mi hanno colto di sorpresa del tutto. Alla Congregazione per la Dottrina della Fede mi ero occupato dei casi americani; avevo visto montare anche la situazione in Irlanda», afferma Ratzinger. «Ma le dimensioni comunque furono uno shock enorme. Sin dalla mia elezione al Soglio di Pietro avevo ripetutamente incontrato vittime di abusi sessuali. Tre anni e mezzo fa, nell'ottobre 2006, in un discorso ai vescovi irlandesi avevo chiesto loro di 'stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi'.
Vedere il sacerdozio improvvisamente insudiciato in questo modo, e con ciò la stessa Chiesa Cattolica, è stato difficile da sopportare. In quel momento era importante però non distogliere lo sguardo dal fatto che nella Chiesa il bene esiste, e non soltanto queste cose terribili».
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