19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
L.elettorale

Scontro Fini-Schifani, Pdl contro presidente Camera

«Opportuno riforma resti in Senato». Casini: Insistenza conforta

ROMA, 14 ott  - E' scontro ai massimi livelli istituzionali sulla legge elettorale. A dividersi sulla riforma del sistema di voto sono Renato Schifani e Gianfranco Fini. Il presidente del Senato, rispondendo alle sollecitazioni del primo inquilino di Montecitorio, ha 'difeso' la scelta di avviare l'iter di un provvedimento di modifica della legge elettorale da Palazzo Madama. "E' una questione politica", ha replicato Fini, secondo il quale difficilmente i senatori condurranno in porto una riforma. Non secondo il presidente della commissione Vizzini: il Senato lavorerà senza indugio, assicura.

E' "opportuno" che l'esame della riforma elettorale rimanga al Senato, ha fatto presente Schifani, visto che la "commissione affari Costituzionali di palazzo Madama ha avviato per prima la trattazione della materia". Immediata e consegnata ai fedelissimi la replica di Fini: "E' ineccepibile la risposta di Schifani nell'ambito del leale rapporto di collaborazione tra i due rami del Parlamento. Ma è altrettanto evidente che c'è una questione politica perché risulta difficile pensare che il Senato manderà avanti davvero la riforma della legge elettorale". Parole, quelle di Fini, prontamente stigmatizzate dal pidiellino Osvaldo Napoli: il presidente della Camera ha "pronunciato giudizi abnormi sul Parlamento ed è evidente ormai che ha trasformato l'Aula della Camera 'in un bivacco di manipoli'". Al limite dell'ironia invece Pier Ferdinando Casini: l'insistenza del Senato mi conforta, vuol dire che la legge si farà.