29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Lo scontro nella Maggioranza

Bocchino a Berlusconi: nuovo Governo con i centristi

La proposta del finiano: «E' l'unica strada che ha il Premier, con le urne vince la Lega e Tremonti». Alta tensione tra Udc e Lega Nord

ROMA - «L'unica strada» che ha Silvio Berlusconi «è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi». Lo scrive il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, sul sito di Generazione Italia.

NUOVO GOVERNO - «Silvio Berlusconi ha chiesto alle sue truppe di prepararsi alle elezioni, ma oggi il ricorso al voto lo vogliono davvero soltanto Bossi e Tremonti, il primo per prendersi i voti di Berlusconi e il secondo per prendere il suo posto a Palazzo Chigi. Non le vuole il Paese, non le gradirebbe il Quirinale, non le vuole l'opposizione, non le vuole Fini e non le vogliono quei sessanta - settanta parlamentari del Pdl che dovrebbero lasciare il posto ai leghisti al Nord, a 'Futuro e libertà' al Sud e al centrosinistra nelle regioni dove senza il presidente della Camera è impossibile conquistare il premio di maggioranza. E sotto sotto il voto non lo vuole neanche Berlusconi, consapevole ormai che ha solo da perderci», dice Bocchino.

LA BOCCIATURA DEL PREMIER - Ad Arcore, probabilmente, Silvio Berlusconi non avverte del tutto il diluvio di comunicati che il mondo della politica riserva alle agenzie di stampa nel cuore di agosto. Di certo, però, al premier è giunta notizia della proposta avanzata oggi da Italo Bocchino di allargare la maggioranza. Il Cavaliere da tempo ha nel mirino proprio il capogruppo di Fli alla Camera e anche oggi, riferiscono dal suo entourage, non ha affatto apprezzato la sortita del fedelissimo di Fini. «Lo considera il solito teatrino mirato a indebolirci», giura uno dei massimi dirigenti del Pdl.

UDC - Altra cosa è il sostegno al governo sui singoli temi da parte di Pier Ferdinando Casini e dell'Udc. Se infatti crisi non dovesse essere, il premier potrebbe puntare proprio al sostegno dell'Udc per ottenere il via libera ad alcune leggi chiave, ai provvedimenti 'caldi' dell'agenda di governo alla ripresa autunnale, giustizia in testa. Lo scenario prospettato da Bocchino, in ogni caso, se da un lato è sostenuto da Rocco Buttiglione, dall'altro ottiene una reazione tiepidissima da parte del segretario centrista Lorenzo Cesa. Insomma, per dirla con un fedelissimo di Casini, «è difficile, direi molto improbabile che Berlusconi apra una crisi: se lo facesse valuteremmo. Quello di Bocchino è un tentativo di uscire dall'angolo, sono pochi e ai margini. Altro è decidere di volta in volta in Parlamento, anche sulla giustizia, come fatto nei primi due anni di legislatura».

BUTTIGLIONE - Il Presidente dell'Udc Rocco Buttiglione apre all'ipotesi di un nuovo governo, guidato da Silvio Berlusconi, ma appoggiato da una nuova e più larga maggioranza: «Quella di Bocchino è una proposta che mi sembra ragionevole - dice Buttiglione, interpellato telefonicamente - sono cambiate le condizioni e serve una coalizione e un programma nuovi. Questa è la via maestra per evitare elezioni anticipate e per evitare ciò che noi non desideriamo ma che potrebbe verificarsi se Berlusconi si ostinasse, e cioé una coalizione di 'tutti contro il Cavaliere'».
Buttiglione invece considera molto difficile che l'Udc possa sostenere esternamente il governo: «E' molto improbabile, semmai valuteremo come fatto finora i singoli provvedimenti del governo». Una cosa invece il presidente dell'Udc non ritiene giusta, della proposta di Bocchino, e cioé «il tentativo di spaccare il Pd», perché la proposta deve essere avanzata «a tutto il Partito democratico. Ora tutti dicono di no al nuovo governo - conclude - ma abbiamo tempo fino a dicembre».

FINI - Fini, intanto, osserva quanto accade e prepara l'uscita pubblica di Mirabello. Fonti di FLI sostengono che difficilmente il Presidente della Camera terrà a battesimo la nuova formazione politica in quell'occasione: «Sarebbe un modo per offrire a Berlusconi l'alibi della rottura prima della verifica in Parlamento». Ma è chiaro che molto dipenderà anche da quanto accadrà nelle prossime ore, a partire dal vertice - di cui non è stata ancora fissata la data definitiva - con Umberto Bossi.

SCONTRO UDC-LEGA - L'Udc reagisce agli attacchi della Lega Nord. «Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l'Udc - si legge in una polemica nota della segreteria nazionale del partito centrista - lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere». «Si svegli - prosegue il comunicato - chi ha votato questa legge sul federalismo, che è solo uno spot per la Lega, e chi nel governo viene messo sempre più ai margini dal Carroccio».

LE FRASI DI BOSSI - Affermazioni che arrivano dopo le nuove accuse rivolte da Bossi a Casini. Il Senatùr, che ha dichiarato la sua ferma contrarietà a un rientro dei centristi nella maggioranza, aveva dichiarato che il leader Udc spera di trafficare, è un trafficone». «Se entra Casini - aveva affermato il ministro per le Riforme - è peggio che avere Fini».

GASPARRI - A cercare di smorzare le polemiche interviene intanto Maurizio Gasparri. «Ritengo che con l'Udc siamo destinati ad incontrarci - afferma in due interviste, al Quotidiano Nazionale e al Tempo il capogruppo Pdl al Senato. - In alcune regioni abbiamo vinto insieme e insieme governiamo anche diverse città del Centro-Sud. Credo che non si debba avere fretta in certe cose. Contano i contenuti. La Lega teme un freno su alcune riforme. Se ci fosse la possibilità di rendere compatibili gli obiettivi politici, il disegno andrebbe assolutamente perseguito».