19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Carceri

Il caso Enrichetto alla Camera, Alfano: me ne occuperò

Il detenuto di Asti si rifiuta di mangiare. Il Ministro della Giustizia segue la vicenda

ROMA - «Il caso Enrichetto», sollevato ieri da Massimo Gramellini in prima pagina sulla Stampa, approda in Aula alla Camera: a sottoporre la questione dell'uomo di 55 anni che, detenuto nel carcere di Asti, da giorni si rifiuta di mangiare è stato il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi che ha raccontato la vicenda all'Assemblea.

Questi in sintesi i fatti: Enrichetto, finito ai domiciliari perché trovato alla guida della sua bicicletta in stato di ebrezza, oggi si trova nel carcere astigiano di Quarto per aver violato gli arresti domiciliari un giorno in cui è uscito di casa per comprarsi del salame. «Adesso - scriveva ieri Gramellini - giace nell'infermeria del carcere astigiano di Quarto. Rifiuta il cibo, come chi si sta lasciando morire. La sua non è una protesta. E' che gli è venuta la malinconia. Sa che a settembre lo condanneranno per evasione e a lui non sembra giusto».
«Ho dato mandato ieri ai miei uffici - ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in Aula - di valutare se esistono presupposti che possano consentire un intervento del ministero della Giustizia». Secondo Alfano si tratta di una vicenda «grave» perché viola «un pezzo dell'articolo 27 molto spesso trascurato della Costituzione: non quello della funzione rieducativa della pena ma quanto il fatto che la pena non può essere contraria al senso di umanità». Questo nel caso Enrichetto «mi è apparso visibile e proprio per questo mi sono immediatamente attivato».