La maggioranza: pubblicabili i riassunti degli atti
Vertice Pdl-Lega Nord-Alfano in Senato, pene più leggere per gli editori
ROMA - Legge «entro l'estate», senza alcun rischio che il ddl possa impantanarsi alla Camera. Questo il destino che aspetta il ddl di riforma delle intercettazioni, almeno secondo il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che oggi al Senato ha partecipato ad una riunione insieme al ministro della Giustizia Angelino Alfano, ai capigruppo di Pdl e Lega al Senato, al presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli e al relatore del provvedimento Roberto Centaro. Sul tavolo, le modifiche al testo di legge approvato l'altra notte in commissione.
Il termine ultimo per gli emendamenti è fissato a venerdì pomeriggio, alle 19, ma la maggioranza è al lavoro per trovare in tempo utile alcune modifiche che possano riportare il testo nel binario tracciato un anno fa alla Camera. Ecco quindi che le modifiche al testo saranno affidate ad emendamenti a firma dei singoli parlamentari e non del governo.
Uno è già pronto: è quello che reintroduce nel testo la possibilità, per i cronisti, di pubblicare per riassunto i contenuti delle intercettazioni, che diventeranno pubbliche in forma integrale dopo l'udienza preliminare, quando cioè sarà stato deciso dal giudice quali sono quelle rilevanti per il procedimento e quali quelle che devono essere distrutte. Queste ultime, secondo i dettami della nuova norma, resteranno sempre e comunque segrete.
Non solo. Nella nuova versione del testo di legge, che andrà in Aula a partire da lunedì prossimo, verranno comunque alleggerite le pene per chi pubblica materiale coperto dal segreto istruttorio. Soprattutto gli editori vedranno ridursi di un terzo le sanzioni nelle quali potrebbero incorrere se una testata violasse la norma.
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