28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Missione ISAF

Fini: ribadire il nostro impegno in Afghanistan

Messaggio del Presidente della Camera al Capo di Stato Maggiore. Idv: «Ritiro». Pd: «Governo in Aule»

ROMA - Al pari del premier, anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha espresso «cordoglio e vicinanza alle famiglie dei soldati morti». «Soprattutto in momenti così tragici - ha scritto Fini in un messaggio al Capo di Stato Maggiore - è necessario stringersi intorno ai nostri militari e ribadire convintamente la determinazione a proseguire nel nostro impegno fino al conseguimento degli obiettivi della missione internazionale».

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha poi a propria volta sottolineato che «ancora una volta l'Italia piange altri due suoi caduti per la libertà e la pace. Due soldati italiani uccisi dal terrorismo perché difendevano la democrazia e la sicurezza internazionale».

Dall'opposizione, il primo a prendere la parola è stato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, il quale ha espresso «profondo cordoglio alle famiglie dei soldati caduti in Afghanistan» e «pronta guarigione ai militari feriti». «Non è questo il momento per ribadire la necessità di porre fine alla nostra presenza in quei territori. Oggi - ha osservato - è il giorno del dolore e della solidarietà, ma occorre che al più presto il Parlamento affronti seriamente la questione della rischiosa presenza dei nostri militari, coinvolti non in una missione ma in una guerra, e proponga una exit strategy».

Dal Pd, infine, «cordoglio per le vittime e un augurio ai feriti» da parte del segretario Pierluigi Bersani, che però ha chiesto «una riflessione e una discussione in Parlamento sulle missioni». «Certamente noi non possiamo consentire che i talebani sconfiggano l'intera comunità internazionale, questo no, ma bisogna che riflettiamo - ha detto il leader del Pd - sull'evoluzione di quella missione come sta per altro facendo il presidente Obama che ha espresso l'esigenza di un atto di responsabilità del governo afgano, un coinvolgimento più diretto e impegnativo per le potenze confinanti».