5 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Ostensione della Sindone

Il Papa prega davanti all'«Icona scritta con sangue»

Doppio intervento del pontefice a Torino nella giornata di visita alla Sindone, «icona dell'umanità oscurata». Ai giovani: «Vivere, non vivacchiare»

TORINO - E' la preghiera davanti alla Sindone il momento più emozionante della visita di Benedetto XVI a Torino. Una trasferta lampo iniziata con l'abbraccio a oltre 50mila fedeli radunati in piazza San Carlo e nelle vie limitrofe, per la celebrazione della messa, durante il quale Papa Ratzinger ha lanciato un appello ai politici affinchè «collaborino per ricercare il bene comune» e rendano «la città sempre più umana e vivibile». La mattina se ne va tutta con la solenne messa e la recita del Regina Caeli. Presenti le più alte cariche locali, tra le quali il neo-presidente della Regione, il leghista Roberto Cota, e il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.

Dopo pranzo il Papa «abbraccia» i giovani in una vera e propria festa: musica e spettacolo si intrecciano con la preghiera e la meditazione. Benedetto XVI esorta i giovani a seguire l'esempio del beato piemontese Pier Giorgio Frassati, morto a soli 24 anni. «Vivete e non vivacchiate»: è l'appello di Ratzinger, che esorta i ragazzi ad avere «il coraggio di scegliere ciò che è essenziale nella vita».

Gli appuntamenti si susseguono a ritmo serrato. Il Papa arriva in duomo e inizia la visita alla Sindone. In meno di tre settimane, da quando il 10 aprile è stata inaugurata l'ostensione del Telo che la tradizione cristiana indica come quello con il quale Gesù Cristo venne avvolto dopo la flagellazione e la crocifissione, sono arrivate già oltre 1 milione e 700mila prenotazioni. Ma oggi c'è stato un pellegrino speciale. Il duomo è stato chiuso ai fedeli e Benedetto XVI ha avuto un tempo tutto suo per pregare davanti al Lenzuolo funerario.

Cinque lunghi e silenziosi minuti, inginocchiato ai piedi del Sudario, in un'atmosfera davvero emozionante. Il Papa si è fermato in preghiera davanti a quel Lenzuolo lungo poco più di 4 metri e racchiuso in una teca di 5 metri. Non ha mai utilizzato la parola 'reliquia' ma ha definito la Sindone l'icona «del Sabato Santo», un «Telo sepolcrale», un'«Icona scritta col sangue». Parole che non restano senza effetto, momenti che resteranno nella storia, immagini che faranno il giro del mondo di un Papa che, ha detto, porta «nel cuore tutta la Chiesa, anzi, tutta l'umanità».