28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Inchiesta G8

Scajola partecipa al Cdm. Solidarietà del Premier

Il portavoce del Premier Bonaiuti: «Contro di lui solo clamore mediatico». Le nuove accuse contro il ministro

ROMA - Il ministro Claudio Scajola è presente regolarmente alla riunione di questa mattina del Consiglio dei Ministri a palazzo Chigi, dopo che ieri il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha respinto la sua offerta di mettere a disposizione l'incarico a seguito del coinvolgimento nell'inchiesta sui lavori per il G8.

SOLIDARIETÀ DEL PREMIER - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha espresso solidarietà durante la riunione dell'esecutivo nei confronti del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, coinvolto nell'inchiesta sul G8. E' quanto si apprende da ambienti di governo.

PROCESSO MEDIATICO - A rinnovare piena fiducia a Scajola è di nuovo questa mattina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, portavoce del Premier: «Stiamo assistendo solo - ha detto sul caso Scajola a Sky Tg24 prima dell'inizio del Cdm - ad un processo mediatico e noi non possiamo accettare e assecondare i processi alle persone a mezzo stampa. Ricordo che nei confronti del ministro Scajola al momento non risulta esistere neppure un'inchiesta o un avviso di garanzia. Siamo di fronte a qualcosa che non è incardinato ne' all'interno di una indagine ne' di un processo, tutto questo clamore mediatico deve essere tutto riscontrato. I processi dobbiamo lasciarli fare nelle aule giudiziarie» Sul caso Scajola, ieri, le opposizioni hanno chiesto chiarezza fino in fondo. «Non mi faccio intimidire», aveva commentato Scajola le notizie di stampa sul suo conto. Ma Antonio Di Pietro ne ha chiesto le immediate dimissioni dal Governo. E il Pd ne ha sollecitato la convocazione in Parlamento.

SANTELLI: «CASO MEDIATICO» - «Le stanze delle Procure come al solito sono piene di spifferi: le notizie relative al ministro Scajola, persona non indagata alla quale esprimo la mia personale solidarietà, sono già in pasto alla stampa». Lo ha affermato Jole Santelli, del Pdl, vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera.
«Sarà che, fallita lì operazione politica di abbattere Berlusconi attraverso le urne e dinanzi alla prospettiva di tre anni di governo e di azione riformatrice, stia prevalendo la tentazione di utilizzare procure e giornali militanti per ribaltare ciò che gli italiani hanno deciso? Certo, ci auguriamo che non sia così ma se le indiscrezioni di alcuni giornali su nebulose giudiziarie che vanno addensandosi fossero vere, allora anche lo spettro del complotto prenderebbe forma.
Sembra che la prassi anche stavolta sia quella consolidata: dopo che il premier, attraverso la politica del fare, ottiene un consenso ampio alle elezioni regionali, si trova l’arma dell’attacco trasversale ad un ministro del suo governo, come già avvenne con Bertolaso, travolto da un ciclone che non aveva alcuna consistenza. Osservando la maniera in cui si sfregano le mani oggi alcuni rappresentanti dell’opposizione, e’ legittimo il sospetto che il lavoro sporco di utilizzare lo strumento della delegittimazione viene affidato alla stampa amica e alle sentenze pronunciate ancora prima che esista un indagato e al di fuori delle Aule».

PD: «CHIARISCA I FATTI» - «Scajola deve chiarire la vicenda che lo riguarda anche perché oltre a possibili aspetti corruttivi, stando alle cronache giornalistiche sembrerebbe emergere anche un caso di evasione fiscale». Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. «Se venisse confermato il pagamento 'in nero' dell'appartamento da parte del ministro Scajola, tramite assegni riconducibili all'imprenditore Anemone - sottolineano i senatori - occorrerebbe fare più di una riflessione su come in situazioni analoghe si comportano i ministri in altri Paesi. Ai due si unisce anche il vicario dei senatori del Pd Luigi Zanda che chiede a gran voce spiegazioni «dettagliate e convincenti» e di fornire tutti i chiarimenti necessari, perché «se non dovesse farlo o se non é in grado di farlo, va da sé che dovrebbe dimettersi immediatamente».

BELISARIO: «SCAJOLA SI PRENDA UN PERIODO DI RIPOSO» - «Ma che paese è quello in cui un premier consiglia a un proprio ministro di non rassegnare le dimissioni di fronte a un enorme episodio di malcostume?» Il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, ricorda: «Qualche anno fa negli Stati Uniti un ministro è stato costretto a dimettersi perché non aveva pagato i contributi alla propria colf e in Gran Bretagna un altro ministro si è dimesso per aver procurato un permesso di soggiorno alla baby sitter di un'amica. Scajola è il più chiacchierato dei ministri del centrodestra dai tempi del G8 di Genova e del famoso insulto alla memoria di Marco Biagi, a cui va aggiunta tutta la telenovela sull'aeroporto di Albenga. Insomma, non è nuovo a episodi al limite della decenza, per non parlare della sua totale inefficienza da ministro dello Sviluppo economico, un ruolo chiave per uscire dalla crisi».
Oltre che per gli scandali, secondo il senatore Belisario, «Scajola sarà ricordato per essere stato colui che ha tentato di riportare in Italia il nucleare, che l'Idv fermerà con un referendum popolare. Insomma, ce n'è tanto non solo perché Berlusconi accettasse le dimissioni, ma per chiedergli di prendersi un lunghissimo periodo di riposo».

Corriere.it: Scajola, le nuove accuse