Bersani: per il Pd non è una sconfitta
Per il segretario dei Democratici solo 3 punti separano i due schieramenti
ROMA - Pier Luigi Bersani ieri ha difeso le sue scelte alla guida del Pd e analizzando il risultato delle regionali ha ritenuto che non sia stata una sconfitta e che, anzi, rispetto alle previsioni dell'inizio della campagna elettorale il Pd «ha tenuto». In più c'è il calo di consensi del Pdl che, sommato ad un leggero aumento del Pd, (è al 27,4% sommando le liste dei presidenti) permette di accorciare le distanze tra i due schieramenti a soli tre punti percentuali.
Per il segretario, certo, ammette è necessario «tener conto di quel pezzo di società che non si sente rappresentata e che vorrebbe una politica più pulita e seria», quella che ha votato per le liste di Beppe Grillo provocando così la sconfitta di Mercedes Bresso. Il leader del Pd apre la porta anche a Nichi Vendola: «Non penso ad annessioni ma ad aprire un cantiere per strutturare le convergenze anche con quelle forze politiche che stanno fuori dal Parlamento».
Ma dentro il partito l'atsmofera è tutt'altro che serena e la minoranza di Area democratica protesta: altro che «avanzamento», qui il partito è «rinculato» e il segretario deve accettare di offrire un'analisi «meno edulcorata» delle regionali. Lo dicono esponenti come Walter Veltroni, Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni, Paolo Gentiloni, Piero Fassino, Franco Marini, anche se nessuno pensa a mettere in discussione il segretario, «non possiamo riaprire il congresso».
Sta di fatto che a parte dopo la vittoria di Vendola in Puglia, per il Pd l'unica soddisfazione effettiva del martedì è il fallimento della corsa degli uomini di governo Renato Brunetta e Roberto Castelli alle poltrone di primi cittadini rispettivamente di Venezia e Lecco: nel capoluogo veneto sarà sindaco Giorgio Orsoni mentre nella roccaforte leghista Lecco vince a sorpresa il candidato del centrosinistra Virginio Brivio. Ma il centrodestra conquista tutte e quattro le province in cui si è andato al voto, confermandone una (Imperia) e strappandone tre al centrosinistra (L'Aquila, Caserta e Viterbo). Vanno al ballottaggio i comuni di Mantova, Macerata e Matera, i primi due fino a oggi in mano al centrosinistra, il capoluogo lucano in mano al centrodestra. Il secondo turno delle amministrative si svolgerà domenica 11 aprile e lunedì 12.
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