Berlusconi: gli italiani con me, ora avanti con le riforme
ll Premier: «Adesso basta con i bastian contrari. La Lega? Con Bossi accordo si trova»
ROMA - Certo, c'è una certa amarezza per quel Lazio che, se avesse potuto contare sulla lista del Pdl, avrebbe consentito un «successo netto». Silvio Berlusconi però, con chi ha avuto modo di parlargli in queste ore, si mostra piuttosto «soddisfatto» per l'esito delle Regionali. E' stata la dimostrazione - avrebbe ragionato il Cavaliere - che gli italiani stanno con me, mentre altrove (come in Francia) chi sta al governo viene penalizzato dalle urne.
Il calcolo su cui palazzo Chigi fa affidamento per «cantare vittoria» è quello dei cittadini amministrati, come peraltro ha più volte ribadito lo stesso presidente del Consiglio. A far pesare la bilancia ha sicuramente contribuito anche il risultato che si profila in Piemonte, con la vittoria di Roberto Cota sulla uscente Mercedes Bresso.
E' chiaro che al premier non è nemmeno sfuggita la grande crescita della Lega al Nord e, con alcuni interlocutori, ha ammesso che lì qualche correzione di rotta il Pdl lo dovrà subire. Ma allo stesso tempo Berlusconi sarebbe parso convinto di poter gestire la «golden share» del Carroccio. «Finche c'è Umberto Bossi - avrebbe detto - la Lega non sarà un problema. Con lui si trova sempre un accordo».
Accordo che si baserà anche sulla comune volontà di dare uno slancio alle riforme. Berlusconi si è detto convinto che questo voto rappresenti la conferma della fiducia che gli elettori hanno nei suoi confronti e che ora ci siano davanti tre anni per portare a termine il programma di governo. Per il Carroccio, è noto, la priorità resta il federalismo. Il Cavaliere punta invece prima di tutto alla giustizia e poi alla riforma della Costituzione, con riduzione dei parlamentari e poi premierato o presidenzialismo.
Berlusconi avrebbe poi commentato con un certo livore la performance dell'Udc. Dovevano essere determinanti ovunque - ha detto - e invece si è dimostrato che gli elettori non li hanno seguiti. Il premier, convinto che questo voto abbia rafforzato la sua guida, avrebbe auspicato anche una maggiore unità d'intenti nel partito: ora stop a bastian contrari, a chi sta sempre lì a fare distinzioni, sarebbe stato il suo ragionamento. Parole che sono state interpretate dai suoi interlocutori come un chiaro messaggio a Gianfranco Fini.
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