23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Elezioni regionali

Di Pietro e l'alternativa, a caccia del «non voto»

Idv è «esploso» alle europee 2009, ma sul risultato pesa l'incognita Grillo

ROMA - L'Italia dei Valori è il fenomeno elettorale degli ultimi anni e si presenta alle elezioni regionali con l'ambizione di diventare partner privilegiato del Pd e soprattutto il partito della «alternativa di governo», secondo lo slogan che il suo leader e fondatore, Antonio Di Pietro, ripete con insistenza. L'Idv, che gli avversari politici bollano come partito 'giustizialista', alle politiche del 2006 aveva poco meno di 900mila voti alla Camera, pari al 2,3%. Ha sfiorato un milione e 600mila voti alle politiche del 2008 (il 4,3%), è letteralmente esploso nelle elezioni europee dello scorso anno: 2 milioni e 450mila voti, l'8%.

Dopo aver contribuito alla cancellazione della sinistra cosiddetta radicale da tutti i Parlamenti, dopo aver rosicchiato voto su voto anche il consenso del Pd, l'obiettivo di Di Pietro è ora il popolo viola: quel magma di movimenti, associazioni, piccoli gruppi di cittadini sempre più lontani dai partiti ma tornato ad affacciarsi alla politica con il clamoroso successo del No Berlusconi Day, la manifestazione autoconvocata su Internet del 5 dicembre 2009. In quell'area ci sono molti elettori costantemente tentati dalla scelta astensionista, da lì può arrivare il prossimo salto in avanti in termini percentuali.

Nessuno all'Idv si sbottona troppo sulle cifre. Una fonte del partito spiega che non sono stati commissionati sondaggi e che in ogni caso nessuno pensa di ripetere l'exploit del 2009: l'asticella della speranza si colloca «attorno al 7%». Troppe liste locali a fare concorrenza ai partiti nazionali, ma sull'Idv si proietta soprattutto l'ombra delle liste '5 stelle' sponsorizzate da Beppe Grillo, presenti in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania.