Berlusconi: il caos delle liste non è colpa del Pdl
Il Premier si scaglia contro i Radicali e i Giudici. E attacca: «Sinistra sovietica»
ROMA - Una conferenza stampa convocata per «reagire alla assoluta disinformazione che è stata data al riguardo delle vicende inerenti le liste». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, segna il cambio di passo e ci mette la faccia. Per dire che se il Pdl di Roma rischia di rimanere fuori la responsabilità non è certo dei dirigenti o funzionari di partito, ma semmai della «gazzarra» inscenata dai radicali prima e dai magistrati poi.
Ma la «gazzarra» alla fine si crea anche a via dell'Umiltà. Perchè la conferenza stampa, a un certo punto si trasforma in uno scontro verbale tra lo stesso premier e un sedicente giornalista free lance, Rocco Carlomagno, che diventa anche fisico quando a intervenire è il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
LA RICOSTRUZIONE - Il premier, come raramente fa, legge quasi pedissequamente una cronistoria che ripercorre le tappe di quella giornata. «Dalla ricostruzione - spiega - si evince con chiarezza che ai delegati Pdl del Lazio è stato impedito di presentare le liste con comportamenti e atti ben precisi». Secondo Berlusconi «è stata posta in atto una gazzarra da parte dei Radicali, che parlando di una «inesistente» manomissione delle liste «hanno costretto i contendenti ad allontanarsi». Ergo, per il Cavaliere, la decisione di escludere la lista del Pdl è «priva di fondamento giuridico» e determinata da un «marchiano errore dell'ufficio circoscrizionale».
«SINISTRA SOVIETICA» - Il presidente del Consiglio nega quindi che ci siano ipotesi di rinvio del voto e anzi spiega di essere pronto a «raddoppiare» gli sforzi per far vincere la candidata del Pdl, Renata Polverini. Detto questo, però, il premier punta il dito contro la sinistra «anti-democratica e meschina» che vuole «correre da sola» come si faceva nell'Unione sovietica. Berlusconi dà quindi appuntamento a una successiva conferenza stampa, che questa volta si terrà a palazzo Chigi, per 'difendere' il decreto interpretativo varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri e spiegare che «non è incostituzionale». Ma soprattutto ufficializza la manifestazione di piazza che si terrà a Roma il 20 marzo e alla quale prenderanno parte tutti i candidati governatori del centrodestra. Manifestazione alla quale non parteciperà Gianfranco Fini: nessuna sorpresa, fa capire il Cavaliere, visto che il co-fondatore del Pdl «è presidente della Camera».
LA RUSSA IL «PLACCATORE» - La conferenza stampa finisce poi in bagarre quando, al momento delle domande, senza chiedere la parola Rocco Carlomagno comincia a chiedere a gran voce conto di Bertolaso e tangenti, dei soldi spesi in Abruzzo. Interventi che si ripetono a più riprese. Berlusconi prova inizialmente a stopparlo chiedendo al free lance di attendere il suo turno, poi accusandolo di villania e mancanza di rispetto. «Si dimetta» è la risposta del giovane. Ma nella querelle interviene anche il ministro La Russa che tenta di bloccare Carlomagno prima a parole, poi arrivando a prenderlo per il bavero. «Mi ha dato due pugni nello sterno» accusa l'uomo che, poco dopo, l'ufficio stampa del Pdl in una nota definisce un «non giornalista» che si è presentato «falsamente come ufficio stampa del Senato».
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