19 maggio 2024
Aggiornato 03:30
Elezioni regionali

Berlusconi: nel Lazio vinceremo comunque

Il Premier: «Sulla vicenda fornite versioni non veritiere. Basta carte bollate, ora prevalga la politica»

ROMA - «Abbiamo deciso di impegnarci comunque affinché anche nel Lazio vinca chi ha più consensi e idee migliori. Se fosse impossibile la presenza della lista Pdl nella provincia di Roma, raddoppieremo i nostri sforzi per far vincere Renata Polverini». Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa in via dell'Umiltà.

«I dirigenti del Pdl non hanno nessuna responsabilità per la mancata presentazione della lista di Roma. Sono qui - ha esordito il premier - per reagire all'assoluta disinformazione che è stata fatta in questi giorni. Voglio subito dire - ha aggiunto - che in quello che è accaduto non c'è nessuna responsabilità dei nostri dirigenti», ai quali piuttosto è stato «impedito di presentare le liste, con atti e comportamenti ben precisi. Senza rinunciare ad esperire altri ricorsi - ha aggiunto - ora bisogna far prevalere le ragioni della politica. I cittadini sono stanchi di uno spettacolo confuso, di una rissa continua a colpi di carte bollate. Da questo momento lasciamo i ricorsi ai nostri legali, noi ci occuperemo di presentare i nostri programmi».

«SINISTRA SOVIETICA» - La sinistra «avrebbe preferito correre da sola come negli Stati sovietici» perché è «antidemocratica e meschina». Per il premier, gli avversari vogliono partecipare alla competizione «con un vantaggio indebito», ma «anche con questa penalizzazione riusciremo a prevalere».

GAZZARA DEI RADICALI - Secondo il capo del governo, «è stata posta in atto una gazzarra da parte dei Radicali, con la scusa che fosse in atto una manomissione delle liste. La gazzarra ha costretto i contendenti ad allontanarsi». Per questo, «è stata una decisione grave quella di aver impedito la presentazione delle liste del Pdl, una decisione priva di fondamento giuridico» e determinata da un «marchiano errore dell'ufficio circoscrizionale».

PRIVI DI FONDAMENTO I RILIEVI DEL TAR - Silvio Berlusconi definisce «privo di ogni fondamento» il rilievo opposto dal Tar all'accoglimento della lista del Pdl e cioè che la documentazione per la lista pidiellina della provincia di Roma sia rimasta incustodita per oltre due ore. «Alle 17.40 lo scatolone veniva consegnato ai Carabinieri e veniva inventariato dettagliatamente. Solo alle 19.30, terminato l'inventario che è stato particolarmente lungo, veniva redatto il verbale. È quindi privo di ogni fondamento - afferma Berlusconi - il rilievo del Tar circa il tempo intercorso tra l'arrivo in cancelleria e la consegna ai Carabinieri».

DECRETO - Berlusconi parla anche del decreto legge «salva-liste»: «Farò una conferenza stampa da Palazzo Chigi per spiegarne la sua assoluta costituzionalità. È solo interpretativo e di buon senso nei confronti di chi faziosamente ha interpretato le leggi elettorali regionali». Il capo del governo rivela che «il sottosegretario Gianni Letta, durante la preparazione del provvedimento, ha anche telefonato al segretario del Pd Bersani e lo ha avvisato del progetto del governo».

MANIFESTAZIONE - Il premier ha confermato la manifestazione «non di protesta, ma in difesa del diritto di voto» che si terrà a Roma il 20 marzo. Poco prima, Gianfranco Fini aveva però fatto sapere che non parteciperà all'iniziativa. «Il presidente della Camera - spiega - non partecipa mai a manifestazioni in campagna elettorale, organizzate dai partiti». Nel ribadirlo ai giornalisti a Montecitorio, Fini risponde anche ironicamente a una giornalista chi gli chiedeva se almeno condivide l'iniziativa. «Non le dico cosa penso di questa domanda - taglia corto Fini - solo perché è una signora...». Alla domanda di cosa pensasse della mancata presenza di Fini, Berlusconi ha risposto: «È il presidente della Camera, la terza carica dello Stato. Questa è la risposta».

DEMOCRAZIA MINATA - Sulla vicenda interviene anche Umberto Bossi. «Non si può andare alle elezioni senza un partito importante - sostiene il leader della Lega. - Questo mi pare un modo per minare la democrazia». E la manifestazione del Pdl? «Se Berlusconi ci chiederà di scendere in piazza gli risponderò».