19 maggio 2024
Aggiornato 05:00
Inchiesta appalti G8 della Maddalena

Il Gip di Firenze: è una storia di ordinaria corruzione

«Fatti gravissimi con rilevanti ripercussioni sul bilancio dello Stato»

FIRENZE - Un sistema «gelatinoso» di «ordinaria corruzione»: secondo l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Firenze Rosario Lupo, il reato di cui sono accusati i quattro arrestati ieri nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Firenze sugli appalti per le grandi opere «matura nell'ambito di un sistema non a caso definito 'gelatinoso' non dagli investigatori, ma da alcuni degli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaffare, che ben potrebbe essere ribattezzata 'Storia di ordinaria corruzione'».

L'ipotesi di reato per Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone è corruzione continuata in concorso: Balducci e De Santis sono indagati come pubblici ufficiali operanti presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio, incaricati della gestione dei campionati del mondo di nuoto di Roma 2009, del G8 alla Maddalena nel 2009, delle celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia; Della Giovampaola come pubblico ufficiale operante all'interno della struttura relativa al G8.

In tali qualità, scrive Lupo, i tre ricevevano dall'imprenditore romano Anemone, «anche tramite persone e società a lui riferibili o collegate», una serie di utilità «per compiere o per aver compiuto atti contrari ai propri doveri di ufficio connessi all'affidamento e alla gestione degli appalti», tutti «assegnati a società riferibili al predetto Anemone». Le indagini della magistratura di Firenze, «lunghe, articolate, complesse e ben calibrate, hanno permesso di accertare in modo chiaro ed inconfutabile il totale e incondizionato asservimento della pubblica funzione» agli interessi di Anemone, «al centro di una complessa e intrecciata galassia di società ben articolata».

Secondo il Gip, «tale asservimento veniva retribuito con vari benefit di carattere economico e non, anche di grande rilevanza patrimoniale». I fatti emersi, per Lupo, sono «gravissimi proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti e di cointeressenza tra gli indagati e per le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello Stato». Secondo quanto scrive il Gip fiorentino, questo è stato reso possibile «da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici».