25 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Politica & Giustizia

Finocchiaro: riforme? La maggioranza è inaffidabile

«Si è partiti con il processo breve, e nel frattempo si discute il legittimo impedimento»

ROMA - «Ci troviamo di fronte ad una maggioranza senza vergogna, è l'interesse privato del Capo del governo la vera priorità del centrodestra. Questo è quello che ha dimostrato ieri il PDL in Senato. Riforme? Continuano ad essere necessarie, ma è il Governo e la maggioranza che hanno la responsabilità di un clima e oggi su di loro grava un giudizio di inaffidabilità per quello che riguarda il confronto e le riforme».

Ad affermarlo è Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD in una intervista all'Unità. «Si è partiti con il processo breve, insiste la Finocchiaro, e nel frattempo - alla Camera - si discute il legittimo impedimento, contemporaneamente hanno tentato un decreto legge per ottenere una norma da utilizzare subito nei processi di Milano e, dall'altra parte, si minaccia il Lodo Alfano costituzionalizzato. Tutto questo mentre il Paese attraversa una crisi difficilissima che investe le famiglie, in particolare quelle del Mezzogiorno».

«Con il 'processo breve' si produrrà non l'abbreviazione dei tempi del processo, ma una giustizia negata. L'unica verità che questo provvedimento può affermare, infatti, è l'impellente necessità di salvare il premier. C'e' da rilevare, tra l'altro, che con le nuove norme, l'unico interesse dell'imputato colpevole sarà quello di portare avanti il processo il più a lungo possibile. Non avrà alcun interesse, infatti, a chiedere un patteggiamento o un giudizio abbreviato».

Sulla questione dell'incostituzionalita' del provvedimento approvato al Senato la Finocchiaro continua: «Noi abbiamo presentato in Senato le nostre pregiudiziali di costituzionalità. La maggioranza ha ripulito un po' il testo, ma noi continuiamo a mantenere delle riserve sui profili di costituzionalità. Dopodiché vedremo».

Sul confronto possibile sulle riforme, infine, la senatrice del PD osserva: «Le riforme dovrebbero essere varate per arginare una concezione in cui il potere non trova confini e per sbarrare il passo a una prassi costituzionale secondo la quale il Parlamento diventa il luogo della ratifica. Oggi si legifera per decreti legge modificati con i maxiemendamenti, si ricorre continuamente al voto di fiducia.

Il Capo dello Stato ha denunciato più volte queste distorsioni. Abbiamo tutto l'interesse di rendere più forte la democrazia italiana con riforme che riescano a restituire forza alle istituzioni e a rendere più agevole il procedimento legislativo. Una grande forza riformista, come la nostra, non può arretrare di fronte all'esigenza di dare al Paese un assetto istituzionale equilibrato e moderno. Ma è ovvio che la maggioranza si assume la responsabilità di un certo clima e su di lei certamente oggi grava un giudizio di inaffidabilità. La prima garanzia di ogni relazione positiva, anche di quella politica quindi, è il riconoscimento e il rispetto reciproco. E se andranno avanti con questo andazzo tutto potrebbe complicarsi, malgrado io avverta come impellente la necessità delle riforme. Per fare riforme utili al Paese ci troveranno sempre pronti, non ci troveranno pronti per fare ciò che hanno fatto ieri al Senato».