8 maggio 2024
Aggiornato 14:30
Religione & Società

Papa: sulla bioetica non sostituire il consenso alla verità

Esiste un atteggiamento sempre più diffuso che tende a «sostituire la verità con il consenso, fragile e facilmente manipolabile»

CITTÀ DEL VATICANO - «In temi tanto delicati ed attuali, quali quelli riguardanti la procreazione e le nuove proposte terapeutiche che comportano la manipolazione dell'embrione e del patrimonio genetico umano» non bisogna presentare le verità di fede come un «ostacolo alla libertà e alla ricerca scientifica, perché sarebbe costituita da un insieme di pregiudizi che vizierebbero la comprensione oggettiva della realtà». Lo ha detto oggi papa Ratzinger nel corso dell'udienza ai partecipanti all'Assemblea Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa ha, quindi, ricordato che un atteggiamento sempre più diffuso tende a «sostituire la verità con il consenso, fragile e facilmente manipolabile».

A questo vuole contrapporsi la fede cristiana che, invece, «offre un contributo veritativo anche nell'ambito etico-filosofico, non fornendo soluzioni precostituite a problemi concreti, come la ricerca e la sperimentazione biomedica, ma proponendo prospettive morali affidabili all'interno delle quali la ragione umana può ricercare e trovare valide soluzioni».

Il Pontefice ha voluto sottolineare, poi, come vi siano «determinati contenuti della rivelazione cristiana che gettano luce sulle problematiche bioetiche» come «il valore della vita umana, la dimensione relazionale e sociale della persona, la connessione tra l'aspetto unitivo e quello procreativo della sessualità, la centralità della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna. Questi contenuti, iscritti nel cuore dell'uomo, sono comprensibili anche razionalmente come elementi della legge morale naturale e possono riscuotere accoglienza - ha voluto sottolineare - anche da coloro che non si riconoscono nella fede cristiana».

«La legge morale naturale non è esclusivamente o prevalentemente confessionale», ha ancora detto il papa, ma costituisce la base «per entrare in dialogo con tutti gli uomini che cercano la verità e, più in generale, con la società civile e secolare. Questa legge, iscritta nel cuore di ogni uomo, - ha concluso papa Ratzinger - tocca uno dei nodi essenziali della stessa riflessione sul diritto e interpella ugualmente la coscienza e la responsabilità dei legislatori».