24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Elezioni regionali

In Puglia il Pd tenta con Boccia

«Nessun candidato è escluso e nemmeno il ricorso alle primarie». Attesa per la decisione dell'UDC, ma per Casini fino a ieri era debole

ROMA - Quarantotto ore per provare a costruire in Puglia un'alleanza larga che vada dall'Udc di Pier Ferdinando Casini al governatore uscente Nichi Vendola: l'impresa - alquanto complicata - è stata affidata oggi al deputato pugliese Francesco Boccia nel corso di una riunione a Roma che doveva essere decisiva ma che - anche per l'assenza del segretario Pier Luigi Bersani, di rientro dalle ferie - così non è stata, visto che ha fatto un nome intorno al quale sia l'Udc che il governatore uscente si sono espressi in maniera negativa.

La riunione nella sede nazionale di via Sant'Andrea delle Fratte comincia poco dopo le 14: partecipano il vicesegretario del partito, Enrico Letta, il coordinatore della segreteria, Maurizio Migliavacca, il segretario del Pd pugliese, Sergio Blasi, i parlamentari pugliesi tra cui lo stesso Boccia. Dopo circa tre ore in cui davanti alla porta d'ingresso della sede nazionale dei Democratici il Comitato per le Primarie nel Lazio inscena una mini-manifestazione con una befana, l'incontro termina e la segreteria affida a un comunicato ufficiale la decisione: «La segreteria Nazionale del Pd e la segreteria regionale pugliese, in relazione alla situazione determinatasi per la preparazione delle elezioni regionali - si legge nella nota - hanno dato mandato all'onorevole Francesco Boccia di ricercare e costruire attorno a sé le condizioni politiche e programmatiche di un'ampia alleanza da proporre agli organismi dirigenti del partito, nei tempi più brevi possibili. Francesco Boccia nello svolgimento di questo mandato si raccorderà con il segretario regionale Sergio Blasi. Questa scelta è in coerenza con la strategia nazionale del Pd tesa a costruire in tutte le Regioni nuove e ampie alleanze programmatiche».

E poco più tardi, davanti alle telecamere Boccia conferma: «Stiamo costruendo una nuova alleanza, sentiremo e incontreremo a partire da oggi tutti i segretari dei partiti di centrosinistra, Vendola compreso. Con lui ci confronteremo con i numeri e con i contenuti confidando di parlare del bene della Puglia e dei pugliesi e non di alchimie tattiche che non ci porterebbero da nessuna parte. Siamo convinti che con Vendola ci ritroveremo sui contenuti». Anche Letta assicura che con Vendola si ragionerà perché «non vogliamo escludere nessuno perché solo una coalizione larga riuscirà a battere il centrodestra».

Tuttavia Boccia, sconfitto da Vendola nella primarie per scegliere il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Puglia di cinque anni fa, stando alle dichiarazioni dei giorni scorsi non ha molte chance di far convergere sul suo nome l'alleanza ampia di cui sono in cerca i Democratici. E' di ieri un'intervista al Corriere del Mezzogiorno in cui il governatore uscente ha escluso di ritirare la propria ri-candidatura: «Se rinunciassi, tutto il mondo che è in fermento ed è già mobilitato non capirebbe. Fornirei un contributo al disincanto. Non potrei perdonarmelo mai».

E anche dal fronte Udc non arrivano buone notizie: Casini riunirà i vertici del partito domani mattina insieme ai dirigenti locali pugliesi tra cui il coordinatore pugliese Angelo Sanza che stasera ha incontrato Boccia ma non è un mistero che il partito dell'ex presidente della Camera sia pronto sostenere una eventuale candidatura col centrodestra di Adriana Poli Bortone. E se dopo l'esito della riunione di oggi al Pd non si esprime ufficialmente i centristi rimandano alle parole affidate dal loro leader al Corriere della Sera ieri: «Boccia? Sul piano personale lo sostengo, però è debolissimo. Temo sia una battaglia a perdere. Una cosa è certa, io le castagne dal fuoco a Bersani non gliele levo più. Non posso fare il donatore di sangue a vita».

Se dovesse fallire il mandato esplorativo di Boccia, non sono escluse neanche le primarie, spiega il senatore Alberto Maritati al termine della riunione. Ma il nodo Puglia non è il solo a turbare i sonni dei democratico: giovedì 7 gennaio, al ritorno dalla pausa natalizia, Bersani ha già convocato riunioni sui Campania, Calabria e Lazio. Anche lì la strategia sarà la stessa: «Il nostro problema - spiega Letta - è che da soli, con i voti ottenuti alle Europee, saremmo competitivi solo in tre regioni su 13. Quindi dobbiamo fare alleanze larghe da verificare per provare a battere il centrodestra».