28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Conferenza sul clima di Copenaghen

Vaticano: assumersi nuove responsabilità con fiducia e realismo

«Predominio delle politiche energetiche sulla protezione dell'ambiente»

CITTÀ DEL VATICANO - La «lentezza del potere politico», i «contrastanti interessi nazionali», «la difficoltà di tradurre in numeri il principio oramai acquisito di una responsabilità comune e differenziata» e il «predominio delle politiche energetiche sulla protezione dell'ambiente»: sono questi, secondo mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu di New York, i fattori che ostacolano un accordo sul clima a livello mondiale.

L'arcivescovo, che è capo della delegazione della Santa Sede alla Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici a Copenaghen, è intervenuto ieri ai lavori del summit, ma il suo discorso è stato diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana. «La Santa Sede, nel piccolo Stato della Città del Vaticano - ha detto il diplomatico vaticano - compie significativi sforzi nella protezione dell'ambiente promuovendo e realizzando la diversificazione nei progetti energetici volti allo sviluppo dell'energia rinnovabile». Inoltre, ha aggiunto, «la Santa Sede intende ribadire la necessità di diffondere un'educazione alla responsabilità ambientale, che cerchi di salvaguardare le condizioni per un'autentica ecologia morale».

Mons. Migliore ha sottolineato che le soluzioni tecniche, pur necessarie, non possono essere risolutive e che servono responsabilità, educazione e stili di vita più rispettosi dell'ambiente. Ha parlato della «crisi morale che l'umanita' sta attraversando» sottolineando come sia parallela a quella sul piano dell'economia, delle risorse alimentari, dell'ambiente, dell'ambito sociale. «Con realismo, fiducia e speranza - ha concluso - dobbiamo assumerci le nuove responsabilità che ci richiamano ad un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e di riscoprire i valori fondamentali su cui costruire un futuro migliore». In un'intervista oggi alla «Radio Vaticana», l'arcivescovo si è poi soffermato sulle difficoltà a raggiungere un accordo a livello mondiale. «C'e' veramente una grossa difficoltà ad arrivare ad una comune volontà politica - ha detto -. La Santa Sede, nel suo intervento, ha fatto rilevare che, se si guarda a tutte le analisi che sono state fatte su questo fenomeno, si trova grande convergenza sul fatto che al di là dei dati statistici, di questioni tecnologiche e di somme da investire o indici di emissione di gas serra da ridurre, c'è una questione fondamentale: quella di avviarci verso il ripensamento del nostro sistema economico, del nostro sistema di produzione e di consumo».

Ciò, «ovviamente», ha concluso l'arcivescovo, «richiede contributi sul piano morale, educativo, formativo, che si devono accompagnare alle questioni più tecniche per risolvere il problema del riscaldamento globale».