16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Delitto di Garlasco

Attesa per la sentenza, Stasi aspetta senza rancori

Lo studente rischia 30 anni di carcere, il massimo della pena previsto con il rito abbreviato

MILANO - Alberto Stasi «finisce questa vicenda senza rancori o voglia di riscatto». A poche ore dalla sentenza per l'omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007 a Garlasco, e dopo le polemiche con la parte civile sugli eventuali risarcimenti chiesti e non chiesti, è Giuseppe Colli, uno dei suoi legali, a riassumere così lo stato d'animo dell'ex bocconiano. Una gran voglia di tornare alla normalità dopo oltre due anni trascorsi tra casa propria e lo studio legale dei Colli per studiare le carte del processo insieme ai difensori. Il 26enne confida che il giudice, Stefano Vitelli, creda a quanto da lui raccontato da sempre: «Non sono stato io, cercate altrove».

L'accusa ha invece chiesto una condanna a 30 anni di reclusione, il massimo della pena prevista con il rito abbreviato, per omicidio volontario aggravato da crudeltà e senza attenuanti generiche. Secondo la procura ha solo messo in scena il ritrovamento del cadavere di Chiara dopo averla uccisa. Lo dimostrano le contraddizioni tra il suo racconto con la scena del crimine e soprattutto le sue scarpe immacolate nonostante il passaggio in mezzo a numerose macchie di sangue in gran parte ancora umide.

«Indizi chiari e inequivocabili» - Contro l'ex bocconiano, sono parole del pm Rosa Muscio, ci sono indizi «chiari e inequivocabili». Le scarpe, ribatte la difesa, potevano anche non sporcarsi e comunque potrebbero essersi ripulite con l'utilizzo nelle ore precedenti il sequestro. C'è poi la questione delle tracce biologiche sui pedali della bicicletta, il portasapone di casa Poggi con l'impronta di Alberto e soprattutto l'alibi rafforzato dall'esito della perizia informatica: Stasi ha lavorato al computer dalle 9.36 alle 12.20.

Il giudice entrerà oggi in camera di consiglio, dopo le controrepliche della difesa, e ne uscirà con una sentenza di assoluzione o di condanna.