28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Potrà mantenere anche l'incarico di sottosegretario all'Economia

La Camera «salva» Cosentino

No all'arresto e alle mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. Ora resta il nodo della candidatura in Campania

ROMA - Nicola Cosentino è salvo. E salvo è il suo incarico di sottosegretario all'Economia. L'Aula della Camera, in una giornata interamente dedicata alle vicende giudiziarie del coordinatore del Pdl in Campania, in mattinata ha respinto la richiesta di arresto avanzata dal Tribunale di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa, poi, nel pomeriggio, ha bocciato le mozioni con cui Pd, Idv e Udc chiedevano le dimissioni del membro del governo.

CASO CAMPANIA - Il caso Cosentino tuttavia è destinato ad agitare ancora le acque della maggioranza: resta in campo il no di Fini e dei suoi alla sua candidatura in Campania. «Sulla mia candidatura non decido né io, né Fini, ma il partito», chiarisce il sottosegretario. E mercoledì prossimo è convocato un ufficio di presidenza del Pdl proprio sulle candidature. Pesa moltissimo su ogni decisione il rapporto teso tra Fini e Berlusconi: il Cavaliere non ha chiesto un passo indietro a Cosentino. Anzi a volte, raccontano, Berlusconi sembra tentato dalla possibilità di insistere proprio su Cosentino, fermamente osteggiato da Fini.

«TUTTO LISCIO» - In una Montecitorio affollatissima per l'occasione ieri tutto è filato liscio secondo le previsioni: appaiono lontani gli attriti che la richiesta di arresto arrivata circa un mese fa alla Camera aveva suscitato soprattutto tra l'area del Pdl vicina al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e i forzisti. Nemmeno lo scrutinio segreto, chiesto dal centrista Michele Vietti per tutelare la scelta dell'Udc di lasciare ai propri deputati libertà di coscienza, riserva sorprese: analizzando i numeri dei partecipanti al voto emerge che maggioranza e opposizione sono rimaste sostanzialmente compatte sulle loro posizioni (rispettivamente contraria e favorevole all'arresto).

ECCEZIONI - Uniche eccezioni - dichiarate - quelle della pattuglia dei Radicali eletti nel Pd che votano con la maggioranza. E ancora i componenti del gruppo Misto che fanno riferimento alla neonata Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli potrebbero aver contribuito a quei 51 voti in più che la «causa» dell'immunità del sottosegretario ha incassato.