Vendola: «Il Pd rischia, ma io non mollo. Pronto a primarie»
«Il veto dell'Udc dovuto alle mie scelte politiche: internalizzazione della sanità, no al nucleare e alla privatizzazione dell'acqua»
ROMA - Nichi Vendola, nonostante il veto dell'Udc, non ritira la sua candidatura alla presidenza della regione Puglia ma si dice anche pronto ad affrontare nuovamente le primarie, che già 5 anni fa lo videro vincente come candidato del centrosinistra.
RICONFERMA O PRIMARIE - «Io so fare politica parlando delle cose, i veti non possono essere la spina dorsale di un'alleanza. Non riesco a capire il no dell'Udc visto che ho sempre avuto un rapporto corretto, leale con il mondo cattolico», spiega in un'intervista a Repubblica in cui assicura: «Non mollerò: per me ci sono solo due possibilità: o la riconferma o le primarie. Non ce n'è una terza. La contesa con Emiliano mi creerebbe qualche turbamento da un punto di vista umano. Ma la affronterei serenamente e accetterei serenamente un'eventuale sconfitta. Certo sarebbe una campagna molto divertente».
IL RAPPORTO CON L'UDC - Vendola critica il «gioco d'azzardo» che sta facendo il Pd, in particolare Massimo D'Alema, chiedendosi: «Perchè dovrei tirarmi indietro? Perchè dobbiamo mandare a gambe all'aria il laboratorio pugliese?». Quanto al no di Idv e Udc alla sua candidatura, il presidente della Puglia ribatte: «Con l'Idv si può anche parlare. Con l'Udc il discorso è più complesso. Mi sto cominciando a chiedere il perchè di questi veti, e sto pensando ai miei no, e ai miei sì». Ovvero «il sì all'internalizzazione dei servizi sanitari e alla stabilizzazione dei precari», e «i no al nucleare e alla privatizzazione dell'acqua».
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