Da Marrazzo a Cosentino, è il mal di Governatore
Intanto nei due schieramenti è in corso la lotta per le candidature
Mentre l’Italia faticosamente percorre la via che conduce ad un federalismo compiuto da Nord a Sud si sta diffondendo una sindrome che potremmo definire «mal di Governatore».
Naturalmente i sintomi di questo virus che ha attaccato molte Regioni sono diversi. Gli effetti del malessere possono essere devastanti, passeggeri o addirittura manifestarsi nel periodo della gestazione. Resta il fatto che, in un modo o nell’altro i disturbi della politica oggi si manifestano più in periferia che al centro.
PUBBLICO & PRIVATO - Nell’accendere i riflettori sul mal di Governatore naturalmente non si può non partire dal caso più clamoroso. Dal caso Marrazzo. Lo scandalo che ha travolto il Governatore del Lazio ha inoltre riproposto il tema dei confini che debbono delimitare la sfera pubblica da quella privata.
Fra le difese del Governatore invischiato in una storia di trans va registrata anche quella di Simona Ventura sostenitrice della tesi «ognuno in casa propria fa quello che vuole, a meno che gli effetti del privato non confluiscano nel pubblico». Ammettiamo che non ci sia stato ricatto, che non ci sia stato passaggio di soldi fra Marrazzo e i carabinieri che hanno compiuto l’irruzione a via Gradoli. Depuriamo pure la vicenda dei suoi aspetti più inquietanti, ma come la mettiamo con il video che i magistrati hanno mostrato ieri ai legali, video che mostra il Governatore, con i calzoni calati, promettere favori in cambio del silenzio? Siamo ancora nella sfera privata? Alla luce di questa vicenda potrebbe accettare, oggi, Simona Ventura, di vedere Marrazzo che, nella sua qualità di commissario straordinario della sanità, chiude ospedali, trasferisce medici, decide della nostra salute? Potrebbe accettare di rivederlo nel ruolo di censore televisivo che bacchetta gli autori di una pubblicità ingannevole o una compagnia di assicurazione per avere scritto in lettere minuscole le clausole di una polizza?
«MALI TRANSITORI» - Come, abbiamo premesso non tutti i «mal di governatore» sono devastanti. Alcuni, si spera, sono mali transitori.
Nel Veneto c’ è Giancarlo Galan, governatore uscente che oggi si ribella nell’apprendere che la sua sorte sarà decisa fuori dal Veneto, nei vertici fra Berlusconi, Bossi e Fini. «Mi ripugna», ha detto Galan, con la stessa franchezza con la quale da settimane proclama di volersi presentare alle prossime elezioni con una lista propria, qualora a Roma decidessero che deve fare le valigie.
In Piemonte Mercedes Bresso, governatore uscente ed ufficialmente ricandidata, nell’ipotesi che all’ultimo momento sbuchi la candidatura Chiamparino, ha già fatto sapere che è pronta a seguire la strada della ribellione indicata da Galan.
Il Lombardia Formigoni sembra che l’abbia scampata, ma molti gli consigliano di dormire ancora con un occhio ben aperto.
Sono tre casi di sindrome leggera, perlomeno per il momento. Ma basta scivolare in giù per la penisola per imbattersi nel caso inconsueto in cui un papabile governatore viene azzoppato addirittura nel ventre di una possibile candidatura. E il caso di Nicola Cosentino, attualmente sottosegretario all’economia e candidato in pectore alla Regione Campania per il Pdl, nei confronti del quale i magistrati hanno chiesto un provvedimento di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica.
Senza dimenticare che l’attuale Governatore, Antonio Bassolino è indagato per la vicenda dei rifiuti e stessa sorte è capitata anche al Governatore della Calabria, Agazio Loriero, indagato per illeciti nella sanità.
Infine è proprio di ieri la notizia che l’ex Governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco è stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere. E nessuno può avere dimenticato la condanna a cinque anni inflitta a Salvatore Cuffaro, né i cannoli offerti dall’ex Governatore della Sicilia ai suoi amici come segno di festeggiamento poiché evidentemente pensava che sarebbe potuto andargli molto peggio.
Interrompiamo qui l’elenco per non apparire noiosi. Basta comunque questa lista per giustificare ampiamente l’ insorgenza in Italia del »mal di Governatore». Ora si tratterebbe di sapere se c’è una cura.
L’unica cosa che per ora si può dire è che il malessere dal centro si spostato in periferia perché e qui che si è spostata la cassa, in primo luogo quella sanitaria. A Roma la maggior parte dei deputati spingono solo il bottone e tutt’al più vengono colti in situazioni imbarazzanti in qualche albergo della capitale. Gestire non gestiscono nulla.
Il trasferimento della cassa spiega quindi l’affanno per occupare le caselle regionali, e a sorpresa si scopre che ci si azzuffa non solo per quelle di maggioranza, ma anche per quelle di minoranza.
Il caso del Lazio è emblematico. E’ comprensibile che nel centrodestra qualcuno sgomiti per soffiare il posto a Renata Polverini, quasi candidata del Pdl.
Resta invece un mistero il gran da farsi, nelle file del Pd, anche da parte di chi occupa un buon posto a Bruxelles o ricopre altre cariche, per ottenere una candidatura, nonostante le altissime probabilità, dopo la vicenda Marrazzo, di andare ad una sconfitta.
Ma forse è un mistero solo per noi.
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