Caso Cucchi, La Russa difende l'Arma
Il Ministro dell'Interno Maroni: «Indagine in corso». Alfano: «Accertare la verità in tempi rapidi»
ROMA - Aspettiamo i risultati dell'indagine in corso. Da Capri, dove partecipa al convegno dei giovani di Confindustria, il ministro dell'Interno Roberto Maroni non dice di più sul caso di Stefano Cucchi. Le nuove foto post autopsia sono terribili. Peggio ancora di quelle di ieri, il volto è tumefatto, ci sono lividi ed ecchimosi ovunque: la famiglia del ragazzo ha autorizzato la pubblicazione di queste immagini per chiedere giustizia per il giovane trentunenne morto sei giorni dopo l'arresto scattato per una ventina di grammi di droga.
INDAGINE CONTRO IGNOTI - La Procura di Roma ha aperto un'indagine contro ignoti per omicidio preterintenzionale, il legale della famiglia Franco Anselmo ha subito eccepito che «coloro che l'hanno avuto in custodia o in cura non sono ignoti». «Mi aspetto indagati - ha aggiunto il penalista -, mi aspetto che queste persone vengano a dare una spiegazione». Intanto il ministro della Difesa ha difeso a spada tratta l'Arma: «Di una cosa sono certo: del comportamento corretto dei Carabinieri in questa occasione».
ALFANO: «VERITÀ» - La Russa, in una intervista a Radio Radicale, ha poi aggiunto, però, di «non essere minimamente in grado di riferire quanto accaduto perchè si tratta di una competenza assolutamente estranea al ministero della Difesa». Secondo La Russa sono altri due i ministri chiamati in causa: il titolare del Viminale Roberto Maroni, da un lato, e il Guardasigilli Angelino Alfano, dall'altro. Da parte sua Alfano ha telefonato nel pomeriggio al procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara esprimendo «pieno sostegno alle indagini» e chiedendo «celerità nell'accertamento della verità e dei colpevoli». In serata parla anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni ma la sua linea è attendista: «C'è un'indagine in corso - spiega - non parlo, aspetto i risultati».
REAZIONI - Le affermazioni di La Russa hanno causato una ridda di reazioni nel mondo politico e non solo. Il segretario generale del Sappe, il principale sindacato degli agenti di polizia, Donato Capece, ha accusato il ministro «di aver perso una buona occasione per tacere». La capogruppo democratica in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, ha denunciato «un vergognoso scaricabarile tra ministri», mentre il segretario del partito Pierluigi Bersani ha invocato «una parola chiara perchè è sconvolgente quanto emerge».
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