19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
Nuove polemiche

Caso Stefano Cucchi, Ilaria querela Salvini per frase dopo sentenza su pestaggio

La sorella: «Lo devo a mio fratello, a mia madre e a mio padre». La replica dell'ex Ministro dell'Interno: «Combatto ogni genere di droga, quindi non sono le parole di Ilaria Cucchi a farmi paura»

Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi Foto: ANSA

ROMA - Ilaria Cucchi querela Matteo Salvini per le parole espresse dal leader della Lega subito dopo la sentenza sulla morte di Stefano, dicendo che «se qualcuno ha usato violenza e ha sbagliato pagherà», ma che la vicenda «testimonia che la droga fa male sempre».

«Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all'obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano», scrive Ilaria su Facebook, allegando una foto di Stefano, privo di vita, con il volto irriconoscibile per i colpi ricevuti.

Ilaria: «Lo devo a mio fratello»

«Immagino che questo post verrà oscurato da Facebook perchè idoneo ad urtare la sensibilità di qualcuno mentre, viceversa, non vengono oscurati tutti i commenti ed i post di insulti e minacce e falsità che, molto bene organizzati, sono comparsi sui social dopo la presa di posizione pubblica dell'ex Ministro dell'Interno. Lo devo a mio fratello», prosegue Ilaria.

«Lo devo a mia madre che, pur estremamente sofferente, ha trascorso tutta la giornata del 14 novembre scorso in attesa di una sentenza che ci rendesse giustizia. Lo devo a mio padre la cui fiducia nello Stato ha fatto sì che compisse il sacrificio più pesante che si potesse chiedergli: denunciare il proprio figlio, da morto e dopo averlo visto in queste terribili condizioni, per la sostanza stupefacente trovata a casa sua. Stefano Cucchi ha sbagliato ed avrebbe dovuto pagare ma non morire in quel modo», aggiunge.

«Non posso fare altro che querelarlo»

«Il giorno in cui viene pronunciata la sentenza ha il coraggio di dire quelle parole come se fosse al bar e parlasse ai suoi amici? Sono solo una normale cittadina ma non posso fare altro che querelarlo. Mi piacerebbe tanto che l'attuale Ministro dell'Interno sostituisse la costituzione di parte civile fatta proprio dal sig. Salvini con la propria. Non sono un avvocato ma forse potrebbe essere possibile. Ed ora che i leoni da tastiera si scatenino pure con le loro menzogne sempre più raffinate e costruite ad arte. Io vado avanti», conclude Cucchi.

Salvini: «Querela Cucchi non fa paura»

Io «combatto ogni genere di droga in ogni piazza italiana, quindi non sono le parole di Ilaria Cucchi a farmi paura». E' il commento che il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha fatto dopo aver appreso della querela nei suoi confronti da parte della sorella di Stefano Cucchi, per il commento dopo la sentenza di condanna di due carabinieri per il pestaggio del fratello.

«Me ne farò una ragione - ha detto Salvini a margine di una visita a un'azienda di Carpi, nel modenese -. Mi ha querelato anche Carola Rackete», la capitana della Sea Watch. «Dopo le minacce di morte dei Casamonica, i proiettili in busta e le scritte sui muri, non è una querela a farmi paura, anzi. Andremo avanti perché il Parlamento approvi la legge 'droga zero' per cancellare la droga, gli spacciatori di droga da ogni angolo della città».

«La sentenza ha fatto giustizia»

Alla domanda se confermerebbe anche oggi le parole della settimana scorsa dopo la sentenza ("Il caso dimostra che la droga fa male"), Salvini ha ribadito: «Io combatto ogni genere di droga in ogni piazza italiana, punto. La sentenza ha fatto giustizia chi ha sbagliato ha pagato. Dopo le minacce di morte dei mafiosi - ha concluso - non sono le parole di Ilaria Cucchi o Carola Rackete a farmi paura. Assolutamente».